Hugh Grant, noto per i suoi ruoli da gentiluomo impacciato e irresistibile sul grande schermo, questa volta è salito alla ribalta per un episodio decisamente più amaro: una scena vissuta all'aeroporto di Heathrow che ha coinvolto la sua famiglia e lo ha spinto a parlare pubblicamente.
Hugh Grant contro Heathrow:
"Siamo appena passati da Heathrow con mia moglie e i bambini. Abbiamo tutti lo stesso cognome, Grant, sui passaporti", ha scritto l'attore sui social. "Un agente dell'immigrazione chiacchiera con i miei figli e poi sussurra loro: 'Sono davvero tua madre e tuo padre?'" Grant non ha usato mezzi termini nel definire la domanda: "invadente, offensiva e inquietante". Un attimo che avrebbe potuto sembrare burocratico, ma che secondo lui ha violato uno spazio familiare privato e delicato, lasciandogli addosso un senso di disagio e frustrazione.

Heathrow ha girato la questione al Ministero dell'Interno britannico, che gestisce la Border Force, ma né le autorità né i rappresentanti dell'attore hanno risposto ufficialmente. Intanto, le linee guida dell'aeroporto, riportate sul sito ufficiale, indicano che "se viaggi con un bambino che ha un cognome diverso dal tuo o che non è tuo figlio, ti potrebbe essere chiesto di confermare la relazione". Ma Grant ha sottolineato come tutti i suoi figli portino il suo stesso cognome, rendendo quella domanda ancora più sospetta e gratuita.
Padre di cinque figli - due avuti con Tinglan Hong e tre con la moglie Anna Eberstein - Grant non ha mai nascosto quanto la paternità lo abbia cambiato, pur mantenendo il suo tipico humour: "Essere padre? Un incubo, sono vecchio, c'è rumore ovunque e passo un sacco di tempo nascosto in bagno", aveva scherzato con Kelly Clarkson. Ma poi si era anche lasciato andare a un momento più tenero, parlando della figlia più piccola: "Ha sei anni e chiama i suoi abbracci da salto 'abbracci da scimmietta'. Mi sono fatto piangere da solo".