Helen Mirren torna a parlare di Kurt Cobain: "È un peccato che non abbia potuto vedere il GPS"

La star ha espresso rammarico per la prematura scomparsa del leader dei Nirvana perché non ha potuto assistere all'evoluzione tecnologica.

Primo piano di Helen Mirren al Festival di Berlino

Helen Mirren non è assolutamente spaventata all'idea di invecchiare perché ama assistere alle progressive innovazioni tecnologiche che si sviluppano nel mondo ed è rattristata per coloro che perdono la vita in giovane età, come accaduto a Kurt Cobain.

Proprio durante una conversazione sul modo in cui rimanere giovani nel corpo e nella mente, Mirren ha citato come esempio la tragica fine di Kurt Cobain, il leader dei Nirvana scomparso il 5 aprile 1994 a Seattle, a soli 27 anni.

Crescita e sviluppo

"La cosa principale che realizzi è quanto sei fortunata ad essere qui a 79 anni. E perdi persone lungo il percorso. È così triste che Kurt Cobain sia morto quando è morto, perché non ha mai visto il GPS. Trovo magico e incredibile vedere il mio piccolo punto blu camminare per strada" ha spiegato l'attrice.

All'interlocutore che le ha fatto notare che in questo modo le persone vengono tracciate, Helen Mirren ha risposto:"Lo so, ne sono consapevole. Ma sai, non me ne importa, davvero. Non mi interessa. E poi, se sei fortunato, puoi invecchiare".

Non è la prima volta che Helen Mirren cita Kurt Cobain proprio in questi termini, lamentando il fatto che purtroppo il cantante non ha avuto occasione di vivere l'era di Internet e delle app, in particolare la meraviglia del GPS, che l'attrice ritiene incredibile e magico.

Dieci anni fa, la celebre conduttrice Oprah Winfrey chiese a Helen Mirren, premio Oscar per il ruolo della regina Elisabetta II in The Queen, in che modo riusciva a mantenersi così energica e vitale:"Devi farlo" rispose Mirren "O muori giovane o invecchi. Non volevo morire giovane. Pensa a Kurt Cobain: non ha quasi mai visto un computer! Le novità digitali sono così eccitanti, sono curiosa di vedere cosa accadrà dopo. Internet è una rivoluzione per l'umanità, forse più della stampa".