Durante la conferenza stampa del nuovo film biografico di Guy Nattiv alla Berlinale, Helen Mirren si è rifiutata di affrontare la controversia sul suo casting nei panni del primo ministro israeliano Golda Meir. Alla richiesta di commenti sulle polemiche scatenate dal suo ingaggio, l'attrice ha infatti lasciato la parola al regista.
L'annuncio secondo cui Helen Mirren avrebbe interpretato Golda Meir ha subito ispirato commenti negativi, con personalità di settore che hanno parlato di differenze etniche fra l'attrice e di come la realtà avrebbe dovuto dare vita a dei limiti da non superare dal punto di vista artistico.
Così in sua difesa Guy Nattiv ha detto che il giorno in cui l'ha incontrata si è subito sentito come se fosse in presenza di un "membro della famiglia", di una "zia" e che aveva "le doti ebraiche per interpretare Golda". Il filmmaker ha ribadito: "Ne abbiamo parlato per ore. Lei aveva tutto quello che cercavo e che avrei voluto per quel personaggio", ha dichiarato il regista (tramite Variety). Nattiv ha poi replicato: "Dovremmo limitarci a dire che solo gli ebrei possono ritrarre gli ebrei? E per quanto riguarda i non ebrei? In questo modo tendiamo solamente a limitarci. Penso che gli attori israeliani ed ebrei non abbiano limiti e nessun problema a ritrarre [personaggi] in giro per il mondo negli spettacoli internazionali".
Nel raccontare quello che ha provato nell'affrontare il ruolo, Helen Mirren ha spiegato: "Curiosamente è stato un po' come interpretare Elisabetta I, soprattuto quando si legge il personaggio attraverso il suo totale impegno per il proprio paese. La sua assoluta e totale dedizione verso questo compito è centrale, soprattutto quando si capisce che che ha ottenuto quel ruolo senza ricorrere a mezzi dittatoriali. Era molto materna".
Vi ricordiamo che il film si basa su una sceneggiatura Nicholas Martin, e che si ambienta sullo sfondo della guerra dello Yom Kippur del 1973.