Golden Globe 2020: Patricia Arquette attacca Donald Trump sulla questione Iran nel suo discorso

Patricia Arquette protagonista dei Golden Globe 2020 con il suo discorso, il più politico della serata, in cui ha attaccato Donald Trump per l'attacco sconsiderato all'Iran.

Patricia Arquette protagonista dei Golden Globe 2020 soprattutto per l'attacco frontale a Donald Trump, in una serata in cui il presentatore Ricky Gervais aveva subito ammonito dall'evitare questioni politiche nei discorsi in un momento così delicato per l'equilibrio internazionale.

Patricia Arquette, che è stata premiata come migliore attrice non protagonista in una serie per la sua interpretazione in The Act (qui trovate tutti i vincitori dei Golden Globe 2020), non è nuova ai discorsi "importanti", che sia sul palco dei Golden Globe o che sia su quello ancora più insidioso degli Oscar, come tutti ricorderanno nel 2015. Questa volta però fa, probabilmente, più scalpore del solito perchè ha deciso di indirizzare la propria collera e le proprie riflessioni contro il n° 1 degli Stati Uniti, il presidente Donald Trump.

Così, quando è salita sul palco, dopo i ringraziamenti di rito, Patricia Arquette ha impiegato la maggior parte del tempo a sua disposizione per esprimere tutta la preoccupazione per una situazione internazionale che non prospetta miglioramenti, puntando il dito contro la decisione della Casa Bianca di uccidere il generale iraniano Qassem Soleimani e contro le dichiarazioni da Far West di Trump, che pure non è mai stato nominato direttamente. "Sono grata di essere qui a festeggiare con voi, ma stasera, 5 gennaio 2020, quando penseremo a questa notte sui libri di storia troveremo un Paese sull'orlo della guerra, gli Stati Uniti d'America. Un presidente ha twittato minacciando di sganciare 52 bombe, anche su siti di interesse culturale. I giovani rischiano la vita viaggiando per il mondo. Ci sono persone che non sanno se cadranno bombe sulla testa dei propri figli. E il continente australiano è in fiamme".

Il suo discorso è stato più volte interrotto dagli applausi della platea: "Mentre io amo così tanto i miei figli, prego noi tutti di regalare loro un mondo migliore. Per i nostri figli e per i loro figli, nel 2020 dobbiamo votare e dobbiamo supplicare tutti quelli che possono di farlo". Gli Stati Uniti infatti si apprestano a eleggere un nuovo presidente - o a riconfermare l'attuale, che correrà per tenere la propria posizione - a novembre di quest'anno.