Il regista del reboot al femminile di Ghostbusters, Paul Feig, ha dato in parte la colpa a Donald Trump per le critiche razziste e sessiste nei confronti del film dai troll online. Intervistato dal Guardian, Feig ha ricordato tutto l'odio ricevuto dall'action comedy.
Il film era composto da un cast principale di sole attrici composto da Melissa McCarthy, Kristen Wiig, Kate McKinnon e Leslie Jones, affiancate da Chris Hemsworth, Charles Dance e Michael Kenneth Williams. Ecco l'opinione di Feig sul flop del suo film.
Colpa dell'ex presidente
"Il clima politico in quel periodo era davvero strano" ha ricordato il regista "con Hillary Clinton che correva per la presidenza nel 2016. C'erano molti uomini in cerca di una lotta. Quando venivo attaccato su Twitter, andavo a vedere chi fossero. Molti erano sostenitori di Trump".
Ma non è tutto, perché secondo Feig, Donald Trump in persona aggiunse benzina sul fuoco:"Si scagliò contro di noi. Disse qualcosa del tipo che stavano rifacendo Indiana Jones senza Harrison Ford e non si può fare e ora stanno facendo Ghostbusters con sole donne. 'Che cosa sta succedendo?', disse. E si arrabbiò".
Paul Feig è molto amareggiato ripensando a quei tempi:"Erano tutti impazziti completamente. Trasformarono il film in una dichiarazione politica, come a dire che se eri a favore delle donne saresti andato a vederlo e se non lo eri... Non pensavo che il fatto che i protagonisti fossero donne contasse così tanto ma la gente ci ha portato un sacco di pregiudizi".
Il regista ha spiegato il motivo per il quale ha optato per un reboot invece di un sequel:"Bill Murray aveva dichiarato pubblicamente di non voler fare un altro Ghostbusters in quel momento. Harold Ramis era morto. Dan e Ernie erano disponibili ma metà del gruppo si sentiva a disagio. Erano passati trent'anni e Bill e il suo team erano così iconici; non volevo fare nulla che potesse danneggiare gli originali".