Non capita spesso che un autore riesca a superare la fama della propria opera più celebre, ma George Lucas, con apparente serenità e grande visione, è riuscito in questa impresa rara. La sua partecipazione al San Diego Comic-Con 2025 ha rivelato una nuova missione: non più solo "il padre di Star Wars", ma promotore e custode dell'immaginario collettivo popolare.
George Lucas ridefinisce se stesso oltre Star Wars
Alla sua prima apparizione al San Diego Comic-Con, George Lucas non ha parlato né di Jedi né di imperi galattici. Piuttosto, ha scelto di raccontare un progetto che porta il suo nome ma supera i confini della saga: il Lucas Museum of Narrative Art, la cui apertura è prevista per il 2026.

Il pubblico, però, non sembrava sentirne la mancanza della saga galattica. Più di 6.000 persone hanno affollato l'Hall H la domenica - un record per quel giorno - pronte a celebrare Lucas come l'uomo che ha dato forma al mito, non solo al franchise.
Durante il panel, Lucas ha ribadito il suo pensiero con una frase che è già un manifesto: "Questo è un tempio per l'arte del popolo". Non una raccolta elitaria, ma uno spazio in cui il valore dell'arte si misura nel legame emotivo che riesce a creare. "L'arte è soprattutto una connessione. Una connessione emotiva con l'opera. Non importa quanto costi, o quanto sia famoso chi l'ha creata. Se ti tocca, allora è arte", ha spiegato.
Il museo ospiterà oggetti di scena, poster cinematografici, tavole di fumetti - compresi anche pezzi iconici come lo Speeder di Luke o il caccia stellare di Anakin - ma l'obiettivo è più profondo: restituire dignità e centralità all'immaginazione popolare.
Il creatore e il suo lascito
Accanto a Lucas, sul palco, c'erano nomi del calibro di Queen Latifah, Doug Chiang e Guillermo del Toro, con quest'ultimo a ribadire l'importanza culturale dell'arte popolare: "I fumetti sono stati i primi a prendere a pugni i nazisti", ha detto con ironia. E poi ha aggiunto: "Il mito appartiene a tutti noi". Un'affermazione potente, soprattutto mentre era seduto accanto a un uomo che per decenni ha gelosamente custodito il controllo di Star Wars, e che oggi sembra aver trovato una nuova forma di libertà.

Lucas, ormai ritirato dalla regia e dalla produzione dopo la cessione di Lucasfilm alla Disney nel 2012, sembra aver finalmente abbracciato una nuova visione della sua arte. Un ritorno non nostalgico, ma fondativo, dove l'opera si fa ponte tra generazioni.
Il Lucas Museum of Narrative Art non sarà un mausoleo del passato, ma una mappa emotiva dell'immaginario condiviso. E forse, per la prima volta, Lucas non è solo l'uomo dietro Star Wars - è l'uomo che ha deciso di raccontare perché raccontiamo.