Fuori orario, nei giorni del dolore e dell'indignazione per l'uccisione di George Floyd, manda in onda, stanotte su Rai3 all'1:05, due importanti film sulla resistenza e la rivolta degli afroamericani negli Stati Uniti: Che fare quando il mondo è in fiamme? di Roberto Minervini, in prima visione tv, e Detroit di Kathryn Bigelow.
Nell'ambito del ciclo "Walk the Walk - Storie di cineasti viaggiatori", a cura di Fulvio Baglivi e Roberto Turigliatto, Che fare quando il mondo è in fiamme? di Roberto Minervini è una potente esplorazione della disuguaglianza sociale e la discriminazione razziale. Nell'estate 2017, una serie di brutali uccisioni di giovani africani americani per mano della polizia scuote gli Stati Uniti. Una comunità nera del Sud americano affronta gli effetti persistenti del passato, cercando di sopravvivere in un paese che non è dalla parte della sua gente. Intanto le Black Panthers organizzano una ferma manifestazione di protesta contro la brutalità della polizia. Una scottante riflessione sul concetto di razza in America, su un paese mai pacificato in cui per la popolazione nera sembra impossibile "integrarsi". Il film, coprodotto da Rai Cinema, è stato presentato nel 2018 in concorso alla Mostra di Venezia e ha ottenuto numerosi riconoscimenti nei festival internazionali.
A seguire Detroit, il film di Kathryn Bigelow che ricostruisce alcuni episodi degli scontri di Detroit avvenuti oltre cinquant'anni fa, in piena epoca delle lotte civili per i diritti degli afroamericani, quando una retata della polizia in un locale di neri senza permesso scatenò per una settimana un massacro in cui persero la vita tre afroamericani e un centinaio di persone rimasero ferite. In particolare il film ricostruisce l'episodio dell'uccisione di un ragazzo colpito alle spalle da tre poliziotti che verranno assolti alla fine del processo malgrado l'azione di denuncia di chi aveva assistito ai fatti. Bigelow prosegue la sua personale e potente immersione nella zona d'ombra degli Stati Uniti, ricostruendo un "set" di guerra non più all'esterno ma all'interno della nazione, una storia americana che sembra destinata a ripetersi in modo violento e lacerante.