Durante le riprese di Fuga per la vittoria, Michael Caine notò che Sylvester Stallone, col passare del tempo, in parte a causa del suo ego smisurato, aveva iniziato a presentarsi sul set in ritardo, piuttosto regolarmente. Questa cosa iniziò ad infastidire il leggendario attore inglese che decise di dare una lezione a Stallone.
Un giorno Caine disse all'attore americano che aveva un appuntamento importante altrove (che in realtà non aveva) e che, quel giorno, sarebbe arrivato sul set con tutta calma, "quando ne aveva voglia". Stallone capì il "messaggio velato" e da quel giorno si presentò sul set con assoluta puntualità.
Anni dopo il termine delle riprese del film Sir Michael Caine ha ammesso che l'unica ragione per cui ha accettato di realizzare questa pellicola è stata l'opportunità di lavorare al fianco di Pelé, leggenda del calcio che aveva amato e seguito per moltissimi anni.
Il film viene accolto molto bene dalla critica, soprattutto per il cast ricco di stelle del calcio, ed è considerato da molti un cult del cinema; Walter Veltroni ha dichiarato a proposito di Fuga per la vittoria: "Arrivano i Mondiali. In questi giorni il tempo si sospende, e si perdono tutti i freni inibitori. Ho visto impegnati intellettuali mitteleuropei comportarsi come il Gassman tifoso di I mostri e sedersi davanti alla Tv con la stessa maglietta che avevano nel giugno del 1970, la notte della vittoria storica per 4-3. Questo film è l'ideale per prepararsi alla grande avventura dei Mondiali."