Franca Leosini a novembre su Rai3 con Che fine ha fatto Baby Jane?

Manca l'ufficialità ma sembra che Franca Leosini sia pronta a tornare sul piccolo schermo: la conduttrice dovrebbe tornare a novembre su Rai3 con il nuovo programma Che fine ha fatto Baby Jane.

Si avvicinerebbe il ritorno di Franca Leosini in TV: manca l'ufficialità della RAI ma la giornalista dovrebbe esordire in prima serata a novembre su Rai3 con Che fine ha fatto Baby Jane, il nuovo programma in cui tornerà a parlare di cronaca nera per indagare nell'animo umano di ex detenuti che hanno ritrovato la libertà.

I "leosiners", come si autodefiniscono sul web i fan di Franca Leosini, possono iniziare il conto alla rovescia a quanto pare: la regina della cronaca nera raccontata sul piccolo schermo starebbe tornando. Il 4 e l'11 novembre infatti la conduttrice dovrebbe essere la padrona di casa del giovedì sera di Rai3 con Che fine ha fatto Baby Jane. Nel programma Franca Leosini seguirà la storia di quei detenuti che hanno ritrovato la libertà. La giornalista partenopea proverà a scavare nell'animo di queste persone e cercherà di dare alcune risposte alle domande che hanno dato vita al programma: cosa rappresenterà per gli ex detenuti il ritorno alla libertà dopo aver scontato la pena? Cosa significherà il loro reinserimento nella società? Che sentimenti nutriranno le persone vicine? Secondo alcune fonti, non confermate, il programma dovrebbe trattare i casi di Filippo Addamo e Katharina Miroslawa.

Franca Leosini manca dal piccolo schermo dall'estate del 2020, a giugno dello scorso sono andate in onda due puntate del suo "Storie maledette". Poco dopo, in un'intervista a La Stampa, aveva anticipato qualcosa sul nuovo programma: "Per certi crimini mediatici esiste una memoria storica. Chi non ne regge il peso, una volta fuori, si trasferisce all'estero - e ancora - il carcere è prima di tutto un'espiazione. Lì ci si confronta con il bene, ma anche con il male. Certo, ci sono tante strutture straordinarie, penso a Opera, Bollate, Rebibbia, dove, e la gente questo spesso lo ignora, i detenuti si dedicano ad attività culturali, ma la riabilitazione è soggettiva".