Si chiama Film Middle East Now ed è il primo festival cinematografico italiano dedicato al Medio Oriente. Dal 3 al 7 febbraio a Firenze sarà presentata la produzione contemporanea di film e documentari che raccontano una delle aree più calde, strategiche e affascinanti del mondo. Iran, Israele, Palestina, Afghanistan, Libano e Dubai: nei cinque giorni di Festival saranno proposte le opere più recenti di registi giovani, ma già riconosciuti e premiati a livello internazionale (cinque i registi presenti al Festival). Tra i fiori all'occhiello del Festival un focus speciale sul nuovo cinema e sui recenti documentari dall'Iran. L'evento è organizzato dall'associazione culturale Map of Creation con la direzione artistica di Lisa Chiari e Roberto Ruta, in stretta collaborazione con la Fondazione Stensen e con il supporto e il patrocinio del Comune di Firenze - Assessorato alla Cultura e del Quartiere 1, Mediateca Regionale Toscana Film Commission, Consiglio Regionale e Associazione degli studenti iraniani di Firenze. Il programma propone anche una serie di eventi collaterali tra cui la mostra del fotoreporter di fama internazionale Paolo Woods, Camminami Sugli Occhi, la prima mostra personale a Firenze presso la Fondazione Studio Marangoni (dal 4 febbraio al 14 marzo) con 17 foto che raccontano l'Iran di oggi attraverso tre suoi viaggi nel paese mediorientale di cui l'ultimo nell'estate del 2009.
Film Middle East Now è una rassegna internazionale pensata per dare visibilità a film che normalmente non trovano una distribuzione nel circuito cinematografico italiano, ma che raccontano con grande forza e immediatezza il Medio Oriente
oggi. Sarà l'Iran ad inaugurare e chiudere il Festival al cinema Odeon. L'apertura è in programma mercoledì 3 febbraio con l'anteprima italiana de About Elly, il film del regista iraniano Asghar Faradhi, vincitore dell'Orso d'argento all'ultimo Festival del Cinema di Berlino e candidato agli Oscar 2010 per l'Iran. Il film racconta le sottili dinamiche che si instaurano tra un gruppo di amici della borghesia iraniana in vacanza sul Mar Caspio quando una di loro, Elly, scompare all'improvviso. Il coinvolgimento delle autorità non viene preso in considerazione e presto la storia prende la piega di un dramma psicologico collettivo. Domenica 7 febbraio sul Festival calerà il sipario con l'anteprima Italiana de I Gatti Persiani - in uscita prossimamente per Bim distribuzione - del regista indipendente Iraniano Bahman Ghobadi, vincitore del Premio speciale "Un Certain Regard" al festival di Cannes 2009. Il film, scritto assieme alla giornalista irano-americana Roxane Saberi, arrestata recentemente in Iran, è il ritratto di una giovane band rock underground che cerca di trovare il suo spazio all'interno della Repubblica Islamica. A dimostrazione che i registi iraniani hanno intercettato le trasformazioni della società contemporanea e riescono ha raccontarla anche oltre la censura.Tra gli altri film in programma le anteprime nazionali di Teheran without permission, dove la città è ripresa clandestinamente dalla regista iraniana Sepideh Farsi con il cellulare nei mesi immediatamente precedenti alla rivoluzione verde; Fatenah, il primo film d'animazione palestinese, ambientato dentro la striscia di Gaza e realizzato col contributo dell'OMS; Amreeka, premio alla critica all'ultimo festival di Cannes che racconta la storia di Mouna, una donna che vive nei territori palestinesi e decide di trasferirsi negli Stati Uniti; Transit Dubai di Ineke Smits che segue alcuni abitanti di Dubai che stanno partecipando a un workshop fotografico, raccontando la realtà dell'emirato nei
mesi precedenti la grave crisi economica in un mondo fittizio dove il "sentirsi a casa" in realtà non esiste. I tredici film e documentari presentati al Festival raccontano di politica, di diritti umani, ma anche di amore e di amicizia: storie grandi e piccole, spaccati intimi di vite comuni che invitano a entrare nel loro mondo e stimolano il confronto. Film Middle East Now nasce come una piattaforma di confronto, un'occasione per il pubblico di scoprire e conoscere le culture di questi paesi, confrontarsi con le loro questioni politiche, religiose e sociali, anche attraverso i dibattiti con i registi presenti a Firenze nei giorni della rassegna. Il Festival nasce dall'esigenza di raccontare una realtà affascinante ed enigmatica di cui l'Occidente, nonostante le forti attenzioni mediatiche, conosce soltanto stereotipi e luoghi comuni. Pochi entrano in contatto diretto con questi paesi e spesso succede che di fronte a culture così diverse non si osservano per conoscerle realmente ma per rintracciare in esse solo quello che ci dicono o che ci immaginiamo. I registi che hanno confermato la presenza a Firenze sono: Asghar Faradhi, Babak Jalali, Petr Lom, Simon El Habre, Irith Neidhart, Bahman Ghobadi e la giornalista Roxane Saberi. In attesa di conferma la regista Sepideh Farsi.