Ethan Hawke: "Quando diamo priorità ai soldi, quello che otteniamo è un'arte generica"

Durante la conferenza stampa di Blue Moon, Ethan Hawke ha condiviso la sua opinione sulla situazone di film e serie tv 'estreme'.

Una foto di Ethan Hawke

Ethan Hawke, durante la conferenza stampa del film Blue Moon a Berlino 2025, ha condiviso la sua opinione sulle conseguenze causate dal dare priorità ai guadagni nel mondo dell'arte.
L'attore e regista ha infatti spiegato il suo punto di vista sul contributo dell'arte nella società, invitando i presenti a dare maggiore importanza a progetti meno commerciali.

L'opinione di Linklater e Hawke sulla situazione dell'arte

Alla domanda se l'arte dovrebbe proporre tematiche più offensive per adattarsi all'epoca in cui stiamo vivendo, Richard Linklater ha risposto: "I film sono sempre stati una forma di evasione".

Ethan Hawke ha tuttavia colto l'occasione per offrire il suo punto di vista: "Per avere un'arte offensiva in modo grandioso, gli spettatori devono essere interessati. Non hanno buoni risultati ai box office. Voi, la comunità, deve renderla importante. Per poter permettere che ci sia un posto nella nostra conversazione per l'arte offensiva, deve essere presa in considerazione".

Blue Moon Ethan Hawke Margaret Qualley
Hawke nel film Blue Moon

L'attore, arrivato alla sua nona collaborazione con il regista, ha quindi sottolineato: "Quando diamo priorità ai soldi a tutti i costi, quello che otteniamo è un'arte generica che attira la maggior parte delle persone. Si tratta di una danza che facciamo tutti insieme. Se amate l'arte offensiva, dovete chiederla perché le persone sono convinte che quei film non guadagnino nulla".

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Cosa racconterà Blue Moon

Blue Moon, il nuovo film di Linklater, è stato scritto da Robert Kaplow e racconta gli ultimi giorni di vita del compositore Lorenz Hart, seguendo in particolare gli eventi legati alla sera del 13 marzo 1943, quando ha debuttato il musical Oklahoma!, la prima collaborazione di Rodgers con Oscar Hammerstein.
Nel cast ci sono anche Margaret Qualley, reduce dal successo ottenuto con The Substance, e Andrew Scott.