L'attore Enrico Brignano, in un'intervista rilasciata al Corriere della Sera, ha commentato le accuse rivolte al regista Fausto Brizzi, con cui ha collaborato in occasione del film Poveri ma ricchissimi.
Parlando della situazione l'attore usa il termine "macchina del fango", spiegando: "I fatti non sono stati ancora denunciati ai carabinieri. C'è solo uno show, Le Iene, che per sei puntate ha mostrato ragazze camuffate che hanno dichiarato di essere state molestate da Brizzi".
Brignano prosegue quindi sottolineando che è importante denunciare e condannare molestie e violenze, tuttavia si tratta di accuse compiute in uno show televisivo e non in tribunale, proseguendo poi: "Ricordiamo Gigi Sabani? E' morto di crepacuore per un'ingiusta accusa. Enzo Tortora? I casi sono molti. Da una perte ci sono donne violentate quotidianamente, ed è un dramma, ma ce ne sono anche altre che farebbero carte false per apparire. A chi spetta giudicare? Alla tv o a un tribunale, che agisce su denunce, prove e sulla possibilità dell'accusato di difendersi?".
L'attore ha poi aggiunto: "A lui piacciono le donne, come a me. Le stesse donne che ora si lamentano spesso, dicendo che agli uomini piacciono sempre meno, la famosa crisi dell'uomo... Le fake news non sono un'invenzione...".
Brignano sostiene infatti che Brizzi ami parlare e sedurre, come accaduto con la moglie, le donne, e abbia fatto proposte che potevano essere rifiutate: "Ma se uno dice: "Spogliati nuda", ti ha fatto una violenza? No, ti ha fatto una proposta. Digli di no e vai via. Bisogna stare attenti a catalogare tutto come molestia, se no anche io vengo sempre molestato. Mi chiedono di fare delle foto e non voglio. Ma le faccio, perché se no chissà cosa dicono... Posso esternare questa cosa? No. Però dico anche a Miss Italia: lui ti ha chiesto di spogliarti? E quindi? E tu ti sei spogliata? No. E quindi? Chiunque vorrebbe vedere Miss Italia nuda...".
L'ex conduttore della trasmissione Le Iene ha poi sostenuto che se una
persona pensa di essere molestata non tornerebbe ad avere contatti con il potenziale colpevole il giorno dopo, ricordando poi che quando era un ragazzino ci provava con le coetanee in discoteca e ha persino palpeggiato e fatto la mano morta.
L'attore ha quindi concluso il suo commento spiegando: "Devo difendere un film a cui hanno lavorato di più di 150 persone. E non si può mettere in croce una persona: il tribunale non può essere Porta a porta o Le Iene".