La vita e il carattere delle grandi personalità artistiche sono quasi sempre ammantate di un certo mistero. O, quanto meno, custodiscono dei segreti o delle zone d'ombra che hanno mutato notevolmente la loro visione artistica. Per il regista Sergei Eisenstein il mistero è rappresentato dal suo viaggio in Messico, affrontato nel 1931 all'apice del suo successo. Ma quali sono stati gli effetti di questo netto allontanamento dal controllo del regime stalinista sulla sua persona e la sua arte? Per rispondere a questa domanda, Peter Greenaway decide di girare Eisenstein in Messico, facendo leva sull'ammirazione e la passione cinematografica nutrita nei confronti dell' autore de La corazzata Potemkin. Il film uscirà in sala il 4 giugno, distribuito da Teodora e, per portarvi all'interno di queste atmosfere particolari, vi offriamo una clip in esclusiva.
A spingere Greenaway verso la ricostruzione di questo ritratto di uomo e artista in un periodo così specifico della sua vita, è stata sicuramente la passione nutrita per il cinema di Eisenstein dall'età di diciassette anni. A questa, però, si é unita anche la voglia di indagare i motivi di una profonda evoluzione narrativa. "Quando si è lontani dal proprio paese ci si comporta diversamente - spiega il regista - e viaggiando attraverso la Russia, l'Europa occidentale e l'America, Hollywood compresa, Eisenstein conobbe le maggiori figure della cultura dell'epoca, da Joyce a Brecht, da Stroheim a von Sternberg, da Chaplin a Disney, da Buñuel alla Garbo, da Frida Kahlo a Diego Rivera.Tutte queste nuove conoscenze gli diedero nuove prospettive. Aveva una curiosità senza fine e un'immaginazione simile a un'enorme spugna. In Messico, egli rimase colpito profondamente dai traumi emotivi del sesso e della morte. Egli non perse mai la propria intelligenza cinematografica ma credo che all'estero, lontano dal clima sovietico di cospirazione, da tutto quel materialismo e ritrovandosi in un paese come il Messico, in cui si vive alla giornata, maturò emotivamente e apprese una nuova capacità di empatia e di immedesimazione di cui i suoi ultimi film sono la dimostrazione lampante." Ad interpretare Eisenstein é Elmer Bäck.