Il popolarissimo gioco di ruolo Dungeons & Dragons sta per dar vita a un nuovo film, già in preparazione, e a una serie tv finora avvolta nel mistero che uno degli sceneggiatori adesso paragona a Rambo.
Derek Kolstad, co-autore del franchise di John Wick, sta collaborando allo sviluppo della serie tv su Dungeons & Dragons e anticipa che lo show sarà "un frammento più piccolo di quel mondo."
Paramount e eOne hanno intenzione di trasportare l'universo fantasy di D&D su varie piattaforme, così da accontentare un po' tutti i fan. Nel frattempo Derek Kolstad, impegnato nella stesura delle sceneggiature, ha anticipato i primi dettagli del lavoro in un'intervista a Collider spiegando:
"Nel primo Star Wars, senti parlare di Jabba the Hutt e non lo vedi fino al terzo film perché a quel punto hai guadagnato, e qualunque fosse il budget per il terzo rispetto al primo, chi se ne frega, giusto? Per Dungeons and Dragons, che ha questa enorme e devota comunità di accoliti, non voglio lanciare tutto all'improvviso sullo schermo e dire: "Ecco il buffet". Preferiresti di gran lunga centellinare la storia. Quando penso ai miei film preferiti, preferisco la prima versione di Rambo. È un tizio nei boschi a cui danno la caccia. Un soggetto semplicissimo, ma alludi alle altre cose attraverso la conversazione. Hai la tua USS Indianapolis [ne Lo squalo], vedi qualcosa sullo sfondo. Si sente un nome e il 3% del pubblico pensa, "Oh oh, credo che lo vedremo presto." Penso che il problema sia fare un respiro profondo, entrare a poco a poco in un mondo e rispettarlo. Man mano che ti adatti, alcune cose devono cambiare. Ma è meglio non toccare il cuore e l'anima del motivo per cui le persone amano questo mondo".
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Kolstad aggiunge poi di non voler "entrare nel bel mezzo del mito. Voglio arrivare vicino alla fine dove tutto è canonico, è biblico, è accaduto. Oppure sta per accadere. In questo modo posso rivisitare alcune sequenze e trame che tutti hanno amato in passato attraverso i flashback, esplorando però un territorio nuovo. L'unicità e al tempo stesso la familiarità è il motivo per cui torniamo sempre ai giochi che amiamo".