Dino Giarrusso: “All’Isola dei Famosi mi hanno fatto passare per il cattivo solo perché sono colto”

Nel reality è stato etichettato come il puntiglioso e lo scassab*lle, ma l'ex inviato de Le Iene e politico rivendica con orgoglio il proprio bagaglio culturale che l'avrebbe reso inviso agli altri naufraghi

Dino Giarrusso

Dino Giarrusso, ex europarlamentare e volto noto de Le Iene, ha raccontato la sua esperienza a L'Isola dei Famosi in un'intervista a Fanpage, svelando il lato più difficile del suo percorso nel reality. Uscito a un passo dalla finale, sconfitto al televoto flash da Mario Adinolfi e Patrizia Rossetti, Giarrusso ha ammesso che non si aspettava di arrivare così lontano, soprattutto considerando la sua totale estraneità al mondo dei reality, sostenendo di non aver mai visto neppure un minuto delle precedenti edizioni prima di partecipare.

Dino: "Troppo preparato per essere accettato"

E invece, tra prove estreme - come quella del serpente Honduregno che gli è costata una costola - e tensioni crescenti, Dino è diventato uno dei personaggi più discussi di questa edizione. "Mi dispiace un po' la scelta di farmi emergere come il cattivo, perché non rispecchia ciò che sono", ha dichiarato, sottolineando come la sua cultura e preparazione siano state percepite con sospetto dagli altri naufraghi: "Pensavano fossi troppo colto e preparato, quasi come se avere un proprio bagaglio culturale fosse malvisto in quel contesto".

La costruzione del personaggio "scomodo"

Non sono mancati momenti di tensione, come la rissa in acqua con Omar Fantini e una frase su Cristina Plevani che ha generato polemiche. Ma secondo Giarrusso, il vero ostacolo nel gruppo è stata la sua voglia di portare contenuti: "Volevo trasmettere un messaggio positivo sull'importanza della conoscenza, ma queste caratteristiche mi si sono rivoltate contro. Alcuni vedevano con fastidio anche i miei semplici suggerimenti su come dividere il riso"

Scontro Omar Dino
Lo scontro tra Omar e Dino

L'analfabetismo funzionale e la paura della conoscenza

Il giornalista ha fatto anche una riflessione più ampia sul clima culturale che ha trovato in Honduras: "C'erano adulti che non sapevano risolvere un problema da terza elementare. Questo è un problema reale, che esiste anche fuori dalla TV". E aggiunge: "Se dai un suggerimento logico e ti viene rinfacciato solo perché sei "quello troppo colto", il problema non è il reality, ma la società".

"Il professor Tullio De Mauro parlava dell'analfabetismo funzionale come uno dei veri problemi dell'Italia, che ha perso in competitività rispetto a paesi che promuovono, anche mediaticamente l'alta formazione. Ecco, immaginavo di raccogliere, se non ammirazione, quantomeno rispetto per il mio percorso, invece sono andato sulle scatole ad alcuni proprio perché spiegavo delle cose, e questo è un po' inquietante".

Nonostante tutto, Giarrusso ha trovato anche momenti autentici, come il rapporto costruito con Paolo Vallesi: "Con lui è nata un'amicizia vera. Peccato che si sia scelto di mandare in onda solo il nostro unico screzio, ignorando tutto il resto".

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In conclusione, accetta il montaggio televisivo per quello che è - "serve a creare dinamiche" - ma non nasconde una punta di amarezza: "Mi hanno ritagliato addosso il ruolo dello scassab.lle, ma hanno anche un po' forzato il racconto. Eppure rifarei tutto. È stata un'esperienza ricca, complessa, e che mi ha fatto capire ancora di più quanto, in TV come nella vita, la cultura faccia paura a molti".