Ebbene si, è successo. Nonostante tutta la buona volontà dimostrata nella lunga saga di Harry Potter, Daniel Radcliffe si è fatto sedurre dalle misteriose forze oscure. Giusto il tempo di girare Horns, un horror/fantasy diretto da Alexandre Aja. Per Radcliffe si tratta della seconda esperienza nel genere dopo The Woman in Black, ma questa volta veste i panni, o meglio le corna, del l'eroe dannato da una specie di maledizione. Ig, infatti, è un giovane uomo sospettato di aver ucciso la sua ragazza, per l'occasione interpretata da Juno Temple.
Nonostante la sua innocenza, però, l'apparizione e la crescita di misteriose corna gli conferiscono un aspetto tutt'altro che rassicurante, oltre al potere di indurre le persone a svelare i segreti più oscuri. In questo modo, seguito da un certo numero di serpenti, cerca di scoprire la verità sulla morte della sua Merrin. "L'elemento principale di questa storia e del personaggio è la tensione che si va creando fin dall'inizio e che cresce nel momento in cui scoprirò il vero colpevole. A quel punto, insieme a Ig, mi sono sentito dilaniato trovandomi davanti ad un bivio. Ossia lasciarmi andare alla rabbia e cercare la vendetta sommando violenza ad altra violenza, oppure rispettare quello che la persona amata si sarebbe aspettata da me senza essere divorato dalla rabbia e dal risentimento? Non sono certo interrogativi da poco attraverso i quali costruire un personaggio."
Prima di arrivare a questo punto però, Radcliffe ha dovuto superare anche un altro ostacolo, ossia la reticenza di Aja a considerarlo adatto per il ruolo. "Sapevo che stava cercando qualcuno più maturo. Un attore che fosse quasi trentenne. Però ero veramente deciso a convincerlo. Cosi, alcuni giorni prima del nostro incontro, ho cominciato a farmi crescere i capelli e la barba, tanto per avere un aspetto più vissuto. Dopo di che, quando ci siamo visti ho esordito in modo diretto, dicendogli che sapevo di non essere la sua scelta preferita ma chiedendogli anche di lasciarmi dimostrare per quale motivo si sbagliava. Da quel momento ci siamo capiti immediatamente. E per me è stato veramente un successo visto che Alexander è tra i miei registi preferiti. Non voglio usare la parola genio, perché non mi piace, ma credo che lui abbia un'incredibile visione cinematografica che riesce ad applicare in modi diversi a seconda delle scene"