Steven Soderbergh sarà presto al cinema con un nuovo film, ma da due anni a questa parte ormai, Contagion è il titolo di sua fattura che più ha fatto parlare, ovviamente per via del suo soggetto e la (quasi inquietante) correlazione alla situazione sanitaria attuale. Eppure, dice il regista, c'è qualcosa che hanno proprio fatto cilecca nell'indovinare in quella pellicola.
Parlando con il Daily Beast, Soderbergh rivela come sia rimasto stupito non tanto dal fatto che il film con Matt Damon, Jude Law, Gwyneth Paltrow e Marion Cotillard abbia quasi predetto così tanti aspetti di quella che sarebbe poi stata la realtà, senza però considerare quello che sarebbe stato uno dei più discussi e controversi.
"Per noi era davvero ovvio il fatto che quella che pensavamo sarebbe stata una voce di nicchia, una singola nota stonata all'interno di una melodia - il personaggio di Jude Law [il blogger complottista che approfittava della situazione per trarne profitto personale] - beh, non avevamo proprio idea che sarebbe diventata invece una nota dominante. Che quel tipo di atteggiamento, quello scetticismo, diventasse il problema principale" spiega il regista.
"Semplicemente non ci è proprio venuto in mente che una cosa del genere potesse avvenire su così vasta scala" continua, facendo chiaramente riferimento ai movimenti no-vax "Credo che la nostra idea sia sempre stata quella che una piccola percentuale di persone che avrebbe occupato quella posizione ci sarebbe sempre stata, ma che più in generale la gente sarebbe stata felice di avere la possibilità di non ammalarsi [o ammalarsi in forma più lieve]. Sì beh, non ci abbiamo proprio preso in quel senso".