Dopo oltre vent'anni di resistenza tra casting, ruoli sfuggenti e maratone emotive, Courtney Henggeler ha deciso di chiudere con la recitazione. Ma perché e che cosa farà "dopo"?
Courtney Henggeler lascia il set: 'Basta briciole'
Lo ha fatto senza drammi, ma con una sincerità tagliente, affidata a un lungo post su Substack, poi condiviso anche su Instagram: "Dopo più di vent'anni a combattere con onore nell'industria dell'intrattenimento, venerdì ho appeso i guantoni al chiodo. Ho chiamato i miei agenti e ho detto che mollavo. Non voglio più essere un ingranaggio della macchina". Ma non si tratta di un semplice addio, bensì di un cambio di prospettiva: "Voglio essere io la macchina".

Così Courtney Henggeler, volto di Amanda LaRusso nelle sei stagioni di Cobra Kai, ha voluto dichiarare il suo addio alla recitazione: ha alle spalle un curriculum pieno di comparse, piccoli ruoli e attese eterne. Dai fugaci passaggi in Jane the Virgin, NCIS, The Big Bang Theory, fino a Mom e Criminal Minds, la sua carriera è stata un susseguirsi di "quasi" e "forse". Una battaglia a colpi di provini e sogni appesi. "Tutto ciò che conoscevo nella mia vita professionale era la fatica. Non l'arte, non la recitazione in sé, ma la corsa continua. Un'apparizione in Dr. House? Una sola battuta: 'Mi dispiace'. L'ho detta bene, eh. Ma era quella. Fine".
Il paradosso è che, proprio quando Henggeler aveva finalmente raggiunto il tanto sospirato traguardo - una serie di successo, una certa stabilità economica, il volto sui cartelloni pubblicitari - qualcosa dentro di lei ha cominciato a scalpitare. "Sopravvivevamo con le briciole. Riempivamo le tazze con la possibilità, i bicchieri con l'illusione. I piatti erano vuoti, ma sopra le nostre teste brillava l'oca d'oro. Oggi poteva essere il giorno giusto. Oggi poteva essere il giorno in cui l'oca atterrava". Eppure, anche in quel picco di visibilità, la fame restava.
"Per anni ho zittito quella voce nella testa che mi supplicava di andarmene. Non per la recitazione in sé, ma per l'ostacolo da superare per arrivarci. Quello che una volta mi sembrava inevitabile, perfino stimolante, era diventato soffocante". Il suo saluto si chiude con una riflessione che ha il sapore di una rinascita: "E se avessimo sempre avuto noi il potere? E se non fosse mai servito correre il percorso a ostacoli? E se fossimo noi, il percorso?".