Caramelo: dietro al film Netflix ci sono una storia vera e un cane ormai simbolo in Brasile

Dietro il successo mondiale di Caramelo non c'è solo un film toccante, ma un fenomeno culturale. Il "vira-lata caramelo", il cane meticcio brasiliano color miele, è diventato un'icona pop e simbolo d'identità nazionale. Da meme a mascotte, la sua storia è oggi un inno alla tenacia e alla dolcezza.

Una scena di Caramelo

Dal marciapiede di San Paolo ai riflettori globali di Netflix, Caramelo racconta la storia di Amendoim, un randagio diventato simbolo nazionale. Il film di Diego Freitas celebra la resilienza, la speranza e la bellezza imperfetta del Brasile attraverso gli occhi di un cane di strada.

Dal marciapiede al mito: la nascita di un simbolo brasiliano

Per anni i "caramelos" - i cani di strada dal manto dorato che popolano i vicoli del Brasile - sono stati invisibili. Oggi, invece, brillano come stelle del web e, grazie a Netflix, anche del cinema. Il regista Diego Freitas ha trasformato uno di loro, Amendoim, in protagonista di una pellicola che unisce ironia e poesia, mostrando la grandezza nascosta dietro le piccole storie. "Il caramelo è diventato il simbolo del Brasile, lo spirito del nostro tempo", ha spiegato Freitas sul set di San Paolo, dove il film è stato girato nell'autunno del 2024.

Caramelo
Locandina di Caramelo

L'ascesa del "caramelo" come icona culturale è iniziata sui social nel 2019, quando i brasiliani iniziarono a condividere le sue foto con la frase "Questo rappresenta il Brasile più del calcio o della samba". Da lì, un'ondata di meme, gadget e petizioni per inserirlo persino sulla moneta nazionale.

L'ironia si è presto trasformata in orgoglio: il cane meticcio, emblema di resilienza, ha ribaltato il cosiddetto "complesso del meticcio", un termine coniato dallo scrittore Nelson Rodrigues per descrivere il sentimento di inferiorità nazionale dopo il Mondiale del 1950.

Il vira-lata caramelo, con la sua miscela di dolcezza e sopravvivenza, è diventato il ritratto di un popolo che non si arrende mai. A Rio de Janeiro, la scuola di samba São Clemente gli ha persino dedicato un'intera parata di Carnevale, trasformandolo in una star di cartapesta tra stoffe dorate e tamburi, mentre il museo della polizia militare espone con orgoglio Bruto, un caramelo realmente esistito, eroe della guerra del Paraguay.

"Caramelo" di Netflix: un film che parla al cuore

Nel film Caramelo, il destino di un giovane chef, interpretato da Rafael Vitti, si intreccia con quello di un cane randagio. Dopo una diagnosi medica devastante, Pedro trova nel piccolo Amendoim la scintilla per ricominciare. Freitas ha raccontato di averlo incontrato per caso, in una strada di San Paolo: "Lo vidi e capii subito che era lui. Aveva negli occhi una dolcezza disarmante e una forza incredibile."

Dopo essere stato salvato dalla strada, Amendoim ha seguito un percorso di addestramento di tre mesi con i trainer Luis Estrelas e Mike Miliotti, che ne hanno curato la preparazione e il benessere. "Ogni scena è stata girata con rispetto e affetto. Amendoim non è solo un attore, è un compagno di lavoro che ci ha insegnato la gioia di vivere," ha raccontato Estrelas.

Oggi il film è un trionfo planetario: dal debutto su Netflix l'8 ottobre 2025, Caramelo è entrato nella Top 10 mondiale e ha conquistato il secondo posto in Italia. Gli spettatori lo descrivono come "un viaggio emotivo tra lacrime, sorrisi e riflessione", un racconto universale che parla di seconde possibilità e dell'amore incondizionato che solo un cane sa donare.

Sui social, Amendoim è ormai una celebrità con oltre 150.000 follower: il suo profilo @carameloamendoim promuove l'adozione responsabile e la lotta contro l'abbandono. "Volevamo che la sua storia fosse un messaggio di amore e rispetto per tutti i cani come lui," spiega il team di produzione.

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L'ultima scena del film, con Pedro e Caramelo che camminano sulla spiaggia mentre le onde cancellano le loro orme, chiude il cerchio con una dolcezza quasi spirituale. È un'immagine che resta: quella di un cane che, da randagio, diventa metafora di rinascita - e di un Brasile che, proprio come lui, continua a trovare la bellezza nelle sue cicatrici.