"Boicottate le istituzioni israeliane": oltre 1200 artisti in tutto il mondo a sostegno della Palestina

Una lettera aperta condivisa da Film Workers for Palestine chiede agli artisti e ai professionisti del settore cinematografico di agire per sostenere il popolo palestinese.

Una foto di Olivia Colman e Yorgos Lanthimos

Olivia Colman, Yorgos Lanthimos e Ayo Edibiri sono solo alcuni degli oltre 1200 artisti che hanno lanciato un appello chiedendo di boicottare le istituzioni israeliane coinvolte 'nel genocidio e apartheid contro il popolo palestinese'.
La lettera aperta è stata pubblicata online questa mattina su Instagram dall'organizzazione Film Workers for Palestine.

Le star coinvolte

Nel gruppo di persone che hanno già firmato la richiesta ci sono registi, attori, produttori e altri professionisti del settore cinematografico.
Tra gli oltre 1200 nomi ci sono Adam McKay, Asif Kapadia, Ava DuVernay, Ayo Edebiri, Boots Riley, Cynthia Nixon, Debra Winger, Emma Seligman, Gael García Bernal, Hannah Einbinder, Ilana Glazer, Javier Bardem, Josh O'Connor, Joshua Oppenheimer, Lukas Dhont, Mark Ruffalo, Melissa Barrera, Morgan Spector, Olivia Colman, Riz Ahmed, Susan Sarandon, Tilda Swinton e Yorgos Lanthimos.

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L'appello si ispira al movimento Filmmaker United Against Apartheid, fondato nel 1987 da Jonathan Demme e Martin Scorsese.
Chi ha firmato la lettera aperta si impegna "a non presentare i propri film, apparire o collaborare con istituzioni israeliane - tra cui festival, cinema, broadcaster e case di produzione - che sono coinvolte nel genocidio e nell'apartheid contro il popolo palestinese".

La richiesta degli artisti

Nella lettera aperta si sottolinea: "Come registi, attori, lavoratori dell'industria cinematografica e istituzioni, riconosciamo il potere che il cinema possiede nel plasmare le percezioni. In questo urgente momento di crisi, in cui molti dei nostri governi stanno rendendo possibile la carneficina a Gaza, dobbiamo fare tutto il possibile per affrontare la complicità in questo orrore incessante".
Gli artisti hanno aggiunto: "Come registi, attori, lavoratori dell'industria cinematografica e istituzioni, riconosciamo il potere del cinema di plasmare le percezioni. In questo urgente momento di crisi, in cui molti dei nostri governi stanno rendendo possibile la carneficina a Gaza, dobbiamo fare tutto il possibile per affrontare la complicità in questo orrore incessante".