Björn Andrésen, oggetto del desiderio di Dirk Bogarde in Morte a Venezia, morto a 70 anni

Luchino Visconti lo immortalò, giovane, bello, biondo e sfuggente, nel suo capolavoro Morte a Venezia; l'attore svedese Björn Andrésen si è spento all'età di 70 anni a Stoccolma il 25 ottobre 2025.

Björn Andrésen in Morte a Venezia

Lo sfuggente Tadzio, oggetto del desiderio del tormentato Dirk Bogarde in Morte a Venezia di Luchino Visconti, si è spento. Il suo interprete Björn Andrésen è morto a Stoccolma il 25 ottobre 2025 all'età di 70 anni.

A confermare la notizia al quotidiano svedese Dagens Nyheter è stato Kristian Petri, co-regista del documentario del 2021 The Most Beautiful Boy In The World, in cui Andrésen aveva raccontato la sua esperienza sul set con Visconti e le conseguenze catastrofiche della fama.

A soli 15 anni Andrésen è stato scelto da Visconti dopo una lunga selezione per interpretare l'ambiguo e sfuggente Tadzio, adolescente di cui l'anziano intellettuale interpretato da Dirk Bogarde si invaghisce nel capolavoro tratto dall'omonimo racconto del 1912 dello scrittore tedesco Thomas Mann.

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La maledizione del film di Luchino Visconti

Alla première di Morte a Venezia, Luchino Visconti definì Björn Andrésen "il ragazzo più bello del mondo", epiteto che lui definirà più avanti "una maledizione".

Una volta adulto, l'attore svedese ha parlato pubblicamente delle sue esperienze negative con Visconti e degli effetti deleteri della fama improvvisa, rivelando che il regista lo portò in un locale gay con un gruppo di uomini adulti quando aveva solo 16 anni. Andrésen, che era eterosessuale, disse di non essere omofobo, ma il modo in cui veniva trattato lì, soprattutto a un'età così giovane, lo aveva messo "molto a disagio".

Morte a Venezia: Luchino Visconti, Dirk Bogarde e la vertigine del desiderio Morte a Venezia: Luchino Visconti, Dirk Bogarde e la vertigine del desiderio

"I camerieri del locale... mi guardavano come se fossi un bel piatto di carne", rivelò. "Sapevo di non poter reagire. Sarebbe stato un suicidio sociale. Ma fu il primo di molti incontri del genere".

Dopo l'uscita di Morte a Venezia, Visconti non parlò più con Andrésen, e l'attore spiegò apertamente come l'etichetta di "più bello del mondo" lo avesse influenzato negativamente sia a livello personale che professionale, come rivela anche la nostra recensione del documentario Il ragazzo più bello del mondo. "Mi sentivo come un animale esotico in gabbia", raccontò al Guardian nel 2003.