Bill Cosby, per sua moglie "demonizzato dai media" e processato da una giuria corrotta

In una lunga lettera condivisa online la moglie della star della serie I Robinson critica duramente la condanna annunciata pochi giorni fa.

La moglie di Bill Cosby, Camille, ha scritto una lunga lettera in cui sostiene che il processo che ha portato alla condanna del marito non sia etico sottolineando inoltre che si tratta di "giustizia mafiosa".
La donna ha scritto: "Questo è un gruppo omogeneo di persone corrotte e predatorie, il cui scopo principale è compiere dei passi in avanti a livello professionale ed economico ai danni della vita del Signor Cosby. Se possono farlo a lui, possono farlo a chiunque".

La moglie dell'attore ha poi paragonato la condanna avvenuta pochi giorni fa a storici momenti di ingiustizia nell'ambito dei diritti civili come l'assoluzione degli assassini di Emmett Till, un teenager che nel 1955 era stato linciato in Mississippi.
Camille punta poi il dito contro i mezzi di comunicazione che avrebbero demonizzato Cosby e considerato vere le accuse senza prove, impedendo così un processo equo e non condizionato: "Bill Cosby è stato etichettato come colpevole perché i media e gli accusatori hanno detto che lo era".

La signora Cosby ha quindi scritto: "I media sono ora i giudici delle persone e al tempo stesso le giurie? Da quando chiunque accusa dice la verità? La storia dimostra il contrario".

Camille ha poi sottolineato che durante la testimonianza fatta in tribunale Andrea Constand si sarebbe contraddetta e non avrebbe dimostrato con nessuna prova di essere stata vittima dei crimini per cui il marito è stato condannato, chiedendo quindi di compiere una nuova indagine per fare chiarezza su quanto accaduto, anche durante il processo.
La lettera si conclude dicendo: "Questa è una giustizia mafiosa, non reale. Questa tragedia deve essere sistemata non solo per Bill Cosby, ma per l'intera nazione. Vorrei ringraziare i testimoni che si sono fatti avanti con coraggio durante il processo per testimoniare la verità, e chi avrebbe voluto farlo ma non ha potuto perché è stato impedito dal giudice. Un giorno la verità prevarrà, come è sempre accaduto".