Dopo anni di costruzione lenta e stratificata, Beastars entra ufficialmente nella sua fase conclusiva. Netflix ha confermato quando arriveranno gli ultimi episodi e lo ha fatto mostrando finalmente immagini inedite del finale, aprendo una nuova fase di attesa per una serie che ha sempre giocato sul tempo e sulle sue crepe.
L'ultimo atto di Beastars prende forma
Nel silenzio operoso con cui Netflix ha ridefinito negli anni la propria strategia anime, Beastars si è ritagliato uno spazio tutto suo. Ora, quel percorso si avvicina alla conclusione. È stato confermato che la seconda e ultima parte della stagione finale debutterà sulla piattaforma nel marzo 2026, segnando ufficialmente la fine della serie. La data precisa non è ancora stata comunicata, ma la finestra temporale è sufficiente per iniziare il conto alla rovescia.
A suggellare l'annuncio è arrivato un nuovo trailer, primo vero sguardo in movimento al capitolo conclusivo. Oltre a restituire l'atmosfera tesa e stratificata che ha sempre caratterizzato la serie, il video svela anche la ending ufficiale degli episodi finali, "Tiny Light", interpretata dai SEVENTEEN. Una scelta musicale che sembra puntare su un contrasto delicato: luce fragile in un mondo che, da sempre, vive di ombre.
Il comparto vocale si arricchisce ulteriormente. Tra i nuovi ingressi figurano Shinichiro Miki nel ruolo di Yahya, Shigeru Chiba come Gosha, Koji Okino nei panni di Melon, Tessho Genda come Sagwan e Fumiko Orikasa nel ruolo di Seven. A questi si aggiungono Houko Kuwashima (Leano), Yuko Minaguchi (Toki), Tomokazu Seki (Deshico), Ryusei Nakao (Cornu), Genki Muro (Sunaga), Ruriko Aoki (Azuki) e Tomokazu Sugita (Holger). Un ensemble che promette di dare spessore e varietà all'atto finale, ampliando ulteriormente la coralità della storia.
Un'eredità visiva e narrativa che ha cambiato la CG nell'anime
Al di là delle date e dei trailer, Beastars resta un caso interessante per ciò che ha rappresentato. La serie ha dimostrato come la CG animation potesse smettere di essere un compromesso e diventare una scelta stilistica consapevole. Sotto la supervisione di Studio Orange - confermato anche per questi ultimi episodi - l'animazione tridimensionale ha trovato una grammatica nuova, capace di esprimere fisicità, tensione emotiva e ambiguità morale senza perdere eleganza.
Non è un caso se, dopo Beastars, altri progetti hanno beneficiato di questa evoluzione tecnologica e linguistica, aprendo una strada che prima sembrava difficile da percorrere. La serie è stata spesso citata come un punto di svolta, un momento in cui il pregiudizio verso la CG ha iniziato a incrinarsi seriamente.
Sul piano narrativo, l'opera di Paru Itagaki ha offerto uno sguardo sorprendentemente cupo su una società popolata da animali antropomorfi. Se produzioni più mainstream avevano solo sfiorato il concetto, qui l'idea viene portata alle estreme conseguenze, esplorando istinti, violenza repressa, gerarchie sociali e identità. Un mondo apparentemente ordinato, ma attraversato da tensioni profonde, dove la convivenza è una tregua fragile più che una conquista definitiva.
Per gli episodi finali, tornano anche i nomi chiave dietro le quinte: Shinichi Matsumi e Nanami Higuchi restano coinvolti come registi e sceneggiatori, garantendo continuità creativa con la prima parte della stagione finale. Un dettaglio tutt'altro che secondario, perché suggerisce una chiusura coerente, pensata come ultimo movimento di una storia che non ha mai cercato soluzioni facili.