Audrey Diwan, regista di La scelta di Anne, e la sentenza sull'aborto negli USA: "Sembra una realtà distopica"

La regista del film La scelta di Anne, Audrey Diwan, ha commentato il suo stupore dopo la sentenza che permette di rendere illegale l'aborto negli Stati Uniti.

La regista francese Audrey Diwan, che ha vinto il Leone d'oro nel 2021 con il film La scelta di Anne, ha commentato la sentenza della Corte suprema americana che permetterà di rendere l'aborto illegale in molti stati non riconoscendo il diritto costituzionale a porre fine a una gravidanza.
La filmmaker, che ha portato sul grande schermo il romanzo autobiografico di Annie Ernaux, ha condivido la sua opinione con il sito Deadline.

Audrey Diwan ha sottolineato: "Lo sappiamo tutti che quando il diritto all'aborto viene preso in questione, la pratica non scompare: cambia la sua natura. Quando l'aborto viene proibito, diventa clandestino. Le donne non smettono di essere libere, mettono a rischio la propria vita per rimanerlo".
La regista ha sottolineato che leggendo il libro di Ernaux si era resa conto di non saperne abbastanza dell'argomento: "Spesso parliamo teoricamente degli aborti clandestini. Volevo offrirne una trascrizione fisica e viscerale. Mi sono resa conto che avevo troppo spesso preso parte al dibattito senza sapere in modo concreto di cosa stessi parlando: il dolore, la solitudine, il pericolo, le diseguaglianze sociali. Perché l'aborto illegale è molto più rischioso quando non hai i soldi per farlo nelle condizioni giuste. E ci sono le diseguaglianze di genere, ovviamente...".
Diwan ha raccontato che ha un figlio e una figlia di tredici e quattordici anni che ha cresciuto dicendo loro che erano uguali: "Non riesco a immaginare di dover dire loro il contrario, spiegare che avevo torto, che mio figlio rimane libero e che mia figlia non lo è più. Questa storia mi sembra distopica".

La regista ha ammesso: "Due mesi fa ho mostrato La Scelta di Anne - L'Événement in varie città americane, finendo le proiezioni ad Atlanta. Al termine della proiezione alcune giovani donne sono venute da me, pallide, e hanno detto: 'Parla di noi, siamo le donne che moriranno'. Quando sono tornata in Francia, le loro voci hanno avuto un effetto su di me. Non avevo mai immaginato che una democrazia così grande possa accettare tutto questo. Non potevo nemmeno immaginare che quella finzione sarebbe diventata una verità così ferocemente cruciale negli Stati Uniti".