Anna Mazzamauro, durante un'intervista pubblicata di recente dal Corriere della Sera, ha parlato della sua vita, delle sua carriera e del suo rapporto con Paolo Villaggio, che ha definito come un "uomo rispettosissimo" sul lavoro, ma una persona che nella vita reale "sapeva essere crudele".
"Mai. Quando gli chiesi perché non ci frequentavamo fuori dal set, mi rispose: 'Io frequento solo le persone ricche e famose'. Non sapevo mai quando scherzava o quando mostrava il lato più duro del suo carattere", ha spiegato la Mazzamauro durante l'intervista. "Come tutte le persone straordinariamente intelligenti, Paolo sapeva essere crudele. In più c'è da considerare che lui era emerso tardi, a quasi quarant'anni: era pervaso da una punta di rancore per tutto quello che aveva dovuto superare prima del successo."
"Paolo non era felice. Una volta stavamo girando a Courmayeur; mi si avvicinò e mi disse: 'Strehler mi vuole con sé nel ruolo del buon soldato Svejk'. Io replicai: 'Ottimo, tu sei il buon soldato della Megaditta. Gli dirai di sì, vero?'. Non rispose. Poi non se ne fece nulla: capii che a lui bastava aver ricevuto quella proposta. Era sazio solo perché un grande regista lo aveva chiamato", ha continuato l'attrice. "Sul lavoro era un uomo rispettosissimo: era lui che veniva nella mia roulotte a ripassare la parte, era lui che chiedeva al regista di rifare una scena perché io non ero emersa bene".
Anna Mazzamauro, infine, ha concluso l'intervista raccontando il seguente aneddoto su Paolo Villaggio: "Poco prima di morire, con lui che era già sulla sedia a rotelle, andammo nel salotto televisivo di Barbara d'Urso a raccontare Fantozzi. Quando la conduttrice gli chiese come mi aveva scelta, lui non si scompose e rispose: 'Come si sceglie un cesso'. Io allora ribattei secca: 'Ma con quel cesso hai guadagnato molto'. Non replicò. Uscimmo dagli studi televisivi. Io mi avvicinai, tirai fuori il libretto di assegni e gli dissi: 'Adesso possiamo essere amici?'. Lui non parlò per qualche minuto. Poi mi guardò e mi disse: 'Quanto sei bella'. Furono le ultime parole che Paolo mi disse e io capii tutta la sua grandezza, la sua umanità forse nascosta sotto un'apparente crudeltà. Siamo attori, recitiamo sempre."