Alfonso Cuaron difende Netflix dagli attacchi di Steven Spielberg!

Dopo le parole dure di Steven Spielberg, Alfonso Cuaron ha difeso Netflix, che ha prodotto e distribuito il suo fortunato Roma, vincitore di 3 Oscar.

Alfonso Cuaron ha difeso Netflix nel mezzo delle polemiche nate dalle dichiarazioni di Steven Spielberg. Il regista messicano, vincitore di 5 premi Oscar, ha fondato una carriera sul concetto del 'contro le regole', fin dal suo debutto nel 2001 con Y Tu Mamá También.

Roma Set Alfonso Cuaron Yalitza Aparicio
Roma: Alfonso Cuaron e Yalitza Aparicio in una scena del film

Da quel punto il successo è continuato in salita, passando per film per il grande pubblico come Harry Potter e il prigioniero di Azkaban, fino a Gravity e il più recente Roma. Proprio con l'avvicinarsi di quest'ultimo all'awards season sono nate diverse polemiche negli Stati Uniti. Netflix, infatti, ha speso circa 30 milioni di dollari in promozione per il film, e molti si sono trovati in disaccordo, come Steven Spielberg, che vuole rendere inaccessibili gli Academy Awards ai prodotti del gigante streaming.

In un'intervista a Variety, Alfonso Cuarón ha detto la sua sulle polemiche degli ultimi giorni, dichiarando che ama l'esperienza cinematografica ma stanno nascendo anche medium diversi e importanti:

"Ci dev'essere maggiore diversità nel modo in cui rendiamo disponibili i nostri film. I modelli di distribuzione devono essere flessibili, in base al prodotto. Non si può semplicemente imporre la stessa strategia a film enormi e film piccoli. Qualche pellicola potrebbe aver bisogno di meno cinema e durata nelle sale più lunga. Si continua a pensare in un solo modo, invece ora c'è un confronto tra diversi modelli economici. Non è vero che un metodo premia il cinema e un altro no."

Alla fine, Netflix ha speso la per la promozione di Roma il doppio del prezzo totale di produzione del film, e la paura di Hollywood è che molti film di grande budget si affideranno a Netflix per occuparsi della parte del marketing visto il successo incredibile della pellicola di Cuaron e la grande disponibilità economica. Quest'eventualità potrebbe portare alla morte del cinema?