Alessandro Borghese 4 Ristoranti torna stasera alle 21:15 su Sky Uno, e in streaming su NOW. L'iconico van è finito nelle Marche per scoprire come si è rinnovata la proposta culinaria di una città famosa per per le sue torri, i suoi proverbi e il travertino.
La quarta tappa di stagione è Ascoli Piceno. Nella nuova puntata le quasi 200 torri che svettano in città accompagneranno chef Borghese e i quattro ristoratori in un viaggio tra presente e passato, con uno sguardo diretto al futuro. Ascoli, non a caso, è denominata "la città delle cento torri" grazie alle molteplici costruzioni campanarie, gentilizie e di guardia che svettano sugli storici palazzi in pietra e in travertino del centro storico, in una città che è equidistante da mare e montagna. Altra definizione di questo centro marchigiano è "la città parlante" perché nel corso dei secoli i suoi abitanti hanno inciso proverbi e modi di dire sui palazzi e sulle colonne, con sempre un pizzico di verità e una velata ironia. Qua le stradine non vengono chiamate vie ma "rue", come la suggestiva rua delle Stelle che costeggia per un lungo tratto il corso del fiume Tronto. Tra torri e, appunto, rue, chef Alessandro Borghese eleggerà il miglior ristorante moderno di Ascoli Piceno.
I ristoranti in gara del 24 settembre
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Figlio Di con Stefano: aperto da pochi mesi in piazza San Pietro Martire, nel centro storico, il raffinato locale ha tavoli simmetrici allineati con gusto in un contesto moderno e nuovo, con una cucina a vista dalla quale nasce un concetto di cibo raffinato e originale. Non presenta un menù, ma ciò che viene servito in degustazione è deciso direttamente dallo staff poiché, secondo loro, una volta seduto il cliente non deve più pensare a nulla. Stefano è l'anfitrione e si occupa della sala, dove in tavola non deve mai mancare nulla di quello che i commensali si aspettano. È meticoloso e maniaco dell'ordine, tanto nel suo ristorante quanto in quello degli altri. A suo parere, vincerà perché vanta il miglior servizio e rapporto qualità/prezzo, oltre che essere "il pret-a-porter della ristorazione ascolana".
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Zeneat di Eleonora: aperto nel 2018 poco distante dal centro storico, ha ampi spazi e un arredamento accattivante e minimal, studiato nei dettagli, tanto che gli ambienti sono arricchiti da piante, anche sospese. Il locale è gestito da Eleonora che si occupa della logistica e dello staff, propone un menù con assoluta protagonista la carne e tutti i piatti portano la firma dello chef Alessandro, che ha pieno potere decisionale. La titolare si considera severa e schietta, precisa e affidabile, ma al contempo sensibile e poco lucida nelle occasioni di stress e pressione. È convinta che nessuno abbia un ristorante con una cucina così buona e che eventuali voti bassi nella quinta categoria sarebbero dettati solo dall'invidia.
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Chisc Restaurant & Cocktail bar con Emanuele: a soli 32 anni, assieme alla compagna e al cognato, Emanuele è uno dei tre titolari del locale. È addetto alla zona cocktail per fondere la sua passione da barman con il lavoro: si definisce "un animale notturno" proprio perché vive e lavora principalmente di notte. Dopo molti sacrifici è riuscito ad aprire il locale dei suoi sogni, che conserva al suo interno tracce del travertino tipico della città mischiato al sapore di novità che la location vuole regalare. Qua è possibile assaggiare sia piatti della tradizione che proposte moderne e rivisitate, oltre che gustosi drink ballando spensierati sulle note del dj set. Emanuele è preciso e determinato: "Ciò che mi dà più fastidio è che una persona non esca soddisfatta da qui", afferma.
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Ristorante Cusinè Royal 2.0 con Giorgio: situato nel cuore di Ascoli, intimo e accogliente, con pochi tavoli ben distanziati tra loro. Il titolare Giorgio trova il suo regno in cucina, di cui si occupa personalmente di tutti gli aspetti. Anche se c'è una particolare cura e attenzione per l'estetica, Giorgio non considera la sua proposta gourmet ma sicuramente moderna, innovativa e al contempo anche un po' "tradizionale": il suo obiettivo è ridare vita ai piatti "vecchi", cercando però di sorprendere gli ospiti con qualcosa che nessuno farebbe. Un altro suo credo è la pasta fresca: "Io non compro niente, faccio tutto fatto a mano... pappardelle, tagliatelle, tagliolini, ravioli, cappellacci", assicura. Giorgio è buono ma si arrabbia facilmente perché molto preciso: sul lavoro le cose devono andare come dice lui. È talmente scrupoloso che quando esce un piatto dalla cucina è perché lo ritiene la perfezione, altrimenti lo accantona e lo rifà.