Compie quindici anni il San Giò Video Festival e per l'occasione si regala la presenza di cortometraggi e lungometraggi provenienti da 35 nazioni in rappresentanza dei cinque continenti. Un vero summit allargato del mondo delle immagini in movimento che si svolgerà a Verona da giovedì 23 luglio fino al 27 nel suggestivo Cortile del Tribunale, vicino a Piazza Dante. Un Festival che si distingue per la popolarità, ormai il San Giò ogni estate regala a centinaia e centinaia di veronesi e turisti serate di curiose scoperte in video, poi l'Assessorato alle Pari Opportunità appoggia uno dei premi più importanti del Festival, quello Immagine Donna dedicato alle produzioni femminili, produzioni che quest'anno raggiungono quasi il cinquanta per cento delle presenze al Festival.
Al San Giò si trova anche Fabio Cannavaro, il gran Capitano è infatti protagonista di Porque hay cosas que nunca se olvidan, uno dei video in Concorso, dove recita accanto al mitico Amedeo Carboni, e si riscopre il grande Ottavio Bottecchia, leggendaria prima maglia gialla italiana al Tour. Queste non sono che una parte delle novanta produzioni che il San Giò mostrerà dal 23 al 27 luglio la sera nel Cortile del Tribunale dalle 21 e il pomeriggio dalle 17 nella ex Chiesa di Santa Maria in Chiavica, dove il Festival si aprirà il 23 con il video Chi è Cappuccetto Rosso? di Eva Ciuk che mostra una incuriosita Cappuccetto Rosso in un villaggio del Kosovo con un lupo guerrafondaio. La sera del 23 il Festival sarà inaugurato con un ricordo del terremoto abruzzese, il video La notte dell'aquila del regista di RaiUno Vincenzo Frenda e si chiuderà il 27 ricordando, con il poeta Gabriel Aleyo Jacovkis, il grande scrittore Julio Cortázar, cui attinsero Michelangelo Antonioni e Jean Luc Godard.
Tra le opere in concorso alcune prime mondiali come Notre Père della francese Hélène Joly, Depart del cinese Xu Feng, un video antimilitarista che in Cina è difficile vedere, e l'americano Houna & Manny del regista Jared Katsiane sul problema delle leggi sugli immigrati. Ci sono poi opere già trionfatrici in grandi Festival come il corto Please Say Something di David Oreilly, Orso d'oro al Festival di Berlino, e il rumeno Megatron, Palma d'Oro a Cannes 2008 come miglior cortometraggio, e video di autori importanti come Pure di Jacob Bricca, il montatore di Lost in La Mancha, che qui ha come protagonisti Tom Cruise e Matt Damon, o il pluripremiato Villi Hermann, il regista Pardo d'argento porta al San Giò il suo nuovo From Somewhere to Nowhere, opera che nasce sulle tracce del fotografo Andreas Seibert, inseguendo il destino dei lavoratori stagionali nell'immensa Cina. Un altro svizzero, Danilo Catti, presenta la prima internazionale del suo Giù le mani, un lungometraggio che regala brividi raccontando come si possano evitare tragedie come quella di Viareggio quando gli operai sanno sognare insieme.
Tanti sono i cartoni animati che il San Giò presenta e vengono un po' da tutto il mondo dove fioriscono scuole di animazione, e forte è qui la presenza dell'Ensad, la più importante scuola francese, con ben 4 opere in concorso. Tra gli animatori indipendenti la brava Anika Flade presenta il dolcissimo Love me. In concorso si confrontano anche due nuove e battagliere registe americane come Dawn Westlake che qui porta il thriller Protect Ion, e Susan Hippen che mostra il suo poetico bianco e nero Dakota con la bellissima Lin Laurin. Tra le presenze al San Giò spiccano quelle di Gian Vittorio Baldi, che presenta nella chiesa di Santa Maria in Chiavica i suoi ultimi disegni, e dei Giurati Cristina Bragaglia, dell'Università di Bologna, e Owen Shapiro, premiato documentarista, produttore, direttore di Festival e importante professore dell'Università di Syracuse (NY). Tante anche le presenze veronesi e la più importante è quella di Marta Fracassetti che torna a Verona dopo anni passati come regista a Londra per videoclip di noti musicisti, e in Olanda, alla Corte dell'Aja a registrare i volti dei grandi criminali dell'ex Jugoslavia. Un lavoro duro e importante, come quello del San Giò, una grande ballata rock lunga cinque giorni e notti in una città slow com'è Verona.