Nonostante abbia recitato in alcuni dei film acclamati e iconici nella storia del cinema come Il padrino, Scarface e Quel pomeriggio di un giorno da cani, Al Pacino non è solito raccogliere oggetti dai set per tenerseli come ricordo.
L'attore lo ha chiarito all'interno della sua biografia Sonny Boy, in cui racconta alcuni aneddoti della propria carriera e svela le proprie abitudini che si è creato in decenni trascorsi davanti alla macchina da presa.
Niente souvenir
"Probabilmente li perderei" ha spiegato Pacino "Per molto tempo, mi spostavo continuamente da un posto all'altro. Sono sempre stato un nomade". L'attore si è sempre diviso tra New York e la California, oltre agli spostamenti legati ai film nei quali recitava.
Un solo cimelio ha deciso di conservare: un Oscar fai da te che gli è stato regalato dopo che Scarface non ricevette alcuna candidatura da parte dell'Academy. Nel libro, Pacino racconta questo particolare ricordo. All'epoca era impegnato in una produzione di American Buffalo di David Mamet a San Francisco, e un gruppo di fan venne a vederlo durante una rappresentazione pomeridiana.
"Era proprio il periodo in cui uscivano i premi, gli Oscar stavano per essere annunciati e non ero stato nominato. Così i fan, che aspettavano sempre fuori dopo lo spettacolo, si riunirono e mi regalarono questo enorme Oscar. Pensai 'Mio Dio'. Ce l'ho ancora in casa. Era enorme, in proporzione al vero Oscar. Ero davvero sorpreso e molto felice".
All'epoca di Scarface di Brian De Palma, Al Pacino era già stato nominato cinque volte senza vincere il premio. L'agognata statuetta arrivò con il film Scent of a Woman - Profumo di donna nel 1992, battendo colleghi illustri del calibro di Clint Eastwood per Gli spietati, Robert Downey Jr. per Charlot, Denzel Washington per Malcolm X e Stephen Rea per La moglie del soldato.