Ci lascia Gianni Boncompagni, uno degli autori e registi che ha contribuito significativamente alla storia della televisione. Boncompagni aveva 85 anni e aveva iniziato a muovere i suoi primi passi in TV verso la fine degli anni '70 con Discoring, al quale seguirono altri programmi di successo fino a Pronto, Raffaella? che contribuì ad imporre Raffaella Carrà come "Personaggio televisivo femminile europeo" nei primi anni '80.
Gli anni '80 videro Boncompagni alla guida di altri programmi di punta della Rai, come Pronto, chi gioca? che lanciò la carriera di conduttrice di Enrica Bonaccorti, e poi Domenica In, per la quale invece puntò tutto su Edwige Fenech, fino a quel momento considerata solo attrice di commedie sexy.
Con l'inizio degli anni '90 però, Boncompagni passò a Fininvest e firmò quello che si rivelò come un vero e proprio fenomeno televisivo e di costume. Non è la Rai diede il via ad una serie di programmi spin-off - tra cui anche lo "scandaloso" Primadonna, con Eva Robin's, che ovviamente fu chiacchierato per il solo fatto che la conduttrice è una transessuale - ma soprattutto contribuì a lanciare il fenomeno Ambra Angiolini, non senza qualche polemica, visto che l'attrice allora era minorenne. Non è la Rai ha dato il via anche alle carriere di Antonella Elia, Claudia Gerini, Sabrina Impacciatore che in modi differenti hanno trovato un loro spazio tra cinema e TV.
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Le figlie di Boncompagni, nell'annunciare la scomparsa del loro papà, hanno voluto ricordare "un uomo dai mille talenti" che in effetti fu anche paroliere - tra le canzoni da lui firmate ricordiamo Ragazzo triste di Patty Pravo e naturalmente molte hit di Raffalla Carrà, tra cui Tuca Tuca. Prima dell'esordio televisivo inoltre, Boncompagni vivacizzò la scena radiofonica degli anni '70 in sinergia con Renzo Arbore, con il quale diede vita a programmi come Bandiera gialla e Alto gradimento.