Mai come negli ultimi giorni il mondo del cinema si è stretto in un abbraccio ideale di solidarietà nei confronti di Jafar Panahi, il cineasta iraniano che è stato arrestato dalle autorità del suo paese per la sua attività artistica, sgradita al regime. Panahi era stato invitato al Festival di Berlino, a febbraio, ma gli era stato proibito lasciare l'Iran, poi a fine marzo è stato arrestato e attualmente è ancora in stato di detenzione, anche se le autorità iraniane hanno specificato che non si è trattato di un provvedimento politico. Già all'inizio del Festival di Cannes, gli organizzatori della kermesse e alcune personalità della settima arte avevano lanciato un appello a favore della liberazione di Panahi, che era stato invitato invano a far parte della giuria; oggi il regista iraniano Abbas Kiarostami ha approfittato del suo incontro con la stampa organizzato per la promozione di Copia Conforme per lanciare un nuovo appello: "Mi chiedo come sia possibile incriminare una persona per un film, che tra l'altro non era stato neppure completato" - ha detto il regista, aggiungendo che era stato contattato telefonicamente dalla moglie di Panahi, poco prima della conferenza, ma di non essere riuscito a parlare con lei - "Spero che avesse una buona notizia, sarebbe stato il giorno giusto per il rilascio".
A quel punto, una giornalista iraniana, visibilmente commossa, ha spiegato a Kiarostami che il regista è ancora detenuto, ma ha deciso di iniziare uno sciopero della fame. Nel sentire la notizia, Juliette Binoche non è riuscita a trattenere le lacrime. La bella e talentuosa attrice francese è protagonista di Copia Conforme, nel quale interpreta la titolare di una galleria d'arte, ed è anche stata scelta come madrina del 63esimo Festival di Cannes. Il film arriverà nelle nostre sale questo venerdì.