Padrenostro 2020

Trama del film Padrenostro

Roma, 1976. Valerio ha dieci anni e una fervida immaginazione. La sua vita di bambino viene sconvolta quando, insieme alla madre Gina, assiste all’attentato ai danni di suo padre Alfonso da parte di un commando di terroristi. Da quel momento, la paura e il senso di vulnerabilità segnano drammaticamente i sentimenti di tutta la famiglia. Ma è proprio in quei giorni difficili che Valerio conosce Christian, un ragazzino poco più grande di lui. Solitario, ribelle e sfrontato, sembra arrivato dal nulla. Quell’incontro, in un’estate carica di scoperte, cambierà per sempre le loro vite.

È il 1976. Valerio ha dieci anni, ma vede la sua vita sconvolgersi quando, insieme alla madre Gina, assiste all’attentato ai danni di suo padre Alfonso per mano di un commando di terroristi, durante il quale resta ucciso un poliziotto. Come molte altre persone, gli anni di piombo e la violenza di quegli anni hanno segnato anche lui. Da quell’episodio, la paura e il senso di vulnerabilità pervaderanno tutta la famiglia.

Ma è proprio in quei giorni difficili che Valerio conosce Christian, un ragazzo poco più grande di lui. Ribelle e solitario, sembra quasi sbucato dal nulla, come se a mandarlo fosse stata la provvidenza. Quell’incontro, in un’estate del tutto particolare, cambierà per sempre le loro vite.

Il regista Claudio Noce ha attinto dalla sua infanzia per raccontare la storia narrata nel film. La figura forte, magnetica, eroica del padre, il vicequestore Alfonso Noce, si pone ad archetipo di un’intera generazione di uomini le cui emozioni erano percepite solo come debolezza, e non era semplice poterle confessare. La pellicola equivale a scrivere una lettera al padre, tracciando i contorni di una generazione di bambini “invisibili” avvolti dal fumo delle sigarette degli adulti.

Rileggendo la rivendicazione dei NAP (Nuclei Armati Proletari) rilasciata dopo l’attentato, Noce ha compreso come fosse necessario, in quanto autore e protagonista di quei giorni, affrontare un percorso che potesse esorcizzare quell’ansia che non riusciva a sparire. Lo ha fatto tratteggiando due piani narrativi distinti: uno fortemente evocativo, in relazione con la parte autobiografica della storia; l’altro più libero, emancipato dai suoi ricordi e più conforme alla descrizione di un’amicizia.