Ero in guerra ma non lo sapevo 2022

Trama del film Ero in guerra ma non lo sapevo

Ultimi giorni di vita di Pierluigi Torregiani, titolare di una gioielleria alla periferia nord di Milano, ucciso in un agguato dai PAC, Proletari Armati per il Comunismo, nel 1979. Dopo aver reagito ad un tentativo di rapina, l'uomo venne considerato come uno “sceriffo” e condannato a morte da quel gruppo terroristico.

Milano, fine anni Settanta. La lotta armata è ancora presente nel Paese, e lo sarà ancora per qualche tempo. Un giorno, il gioielliere Pierluigi Torregiani subisce un tentativo di rapina, al quale egli reagisce: dallo scontro resterà ucciso uno dei banditi.

I PAC, gruppo terroristico il cui membro più spietato è Cesare Battisti, decretano che Torregiani sia un nemico da punire, uno “sceriffo” da abbattere senza pietà per il suo gesto. In un periodo nel quale la tensione politica è alta e caratterizza ogni ambito sociale, essi non accettano che un borghese abbia risposto crudelmente alla dilagante ferocia di cui loro stessi si servono.

Così, Torregiani e la famiglia iniziano a ricevere minacce di morte, e la magistratura non potrà che assegnare loro una scorta. Ma non è sufficiente, perché il pericolo diventa sempre più concreto, tanto da condizionare pesantemente Torregiani nei rapporti con tutte le persone a lui più vicine.

Il 16 febbraio 1979 arriverà il tragico epilogo della vicenda: tre terroristi dei PAC (Giuseppe Memeo, Sebastiano Masala e Gabriele Grimaldi) eseguono gli ordini impartiti dai loro caporioni e sparano contro Torregiani e il figlio, appena quindicenne. Il gioielliere resterà ucciso, il ragazzo gravemente ferito. Ma quella famiglia, dopo il dramma, avrà la forza di ritrovare la propria unità.