I gemelli Jasper e Rosaline sono arrivati sul red carpet del Festival di Roma e la loro presenza non è passata inosservata. Una pioggia di adolescenti armate di gadget, spesso con genitori al seguito, ha invaso l'auditorium per godersi l'anteprima di alcune scene chiave di The Twilight Saga: Breaking Dawn - Parte 1, seguita dall'incontro con Nikki Reed e Jackson Rathbone, belli, simpatici e popolari interpreti di una delle saghe più amate di tutti i tempi. Le clip mostrate in anteprima non svelano granché per non rovinare la sorpresa degli appassionati (ma dovremmo dire soprattutto soprattutto 'delle appassionate') impegnati a contare i giorni che li separano dal 16 novembre, data fatidica in cui il penultimo capitolo del romance vampiresco approderà in sala distribuito da Eagle Pictures. Il pubblico romano ha potuto godere della visione di alcuni frammenti dei preparativi di Bella per il suo matrimonio e soprattutto per l'infuocata luna di miele brasiliana con Edward. Nel frattempo noi abbiamo incontrato Nikki Reed e Jackson Rathbone i quali ci hanno svelato i segreti della lavorazione dell'attesa pellicola rivelandosi due giovani star divertenti, curiose, impegnate in differenti settori artistici, ma soprattutto molto disponibili con la stampa e con i fans.
In questo capitolo della saga ci addentriamo in argomenti più adulti. In che direzione sono cresciuti i vostri personaggi?
Jackson Rathbone: In questi anni l'amore dei giovani protagonisti si è evoluto e da passione adolescenziale è diventato un sentimento maturo. Edward e Bella sentono il bisogno di sposarsi e mettere su famiglia. I temi sono più adulti quindi l'atmosfera è un po' più dark rispetto al passato.
Nikki Reed : A differenza degli altri film, stavolta Rosaline, il mio personaggio, appoggia Bella e la famiglia si ritrova per la prima volta unita. Sono stata felice di questo cambiamento.
E' difficile cambiare regista a ogni capitolo? Quale è stato il vostro punto di riferimento costante in questi anni?
Jackson Rathbone: E' stato divertente lavorare con registi differenti perché ogni volta abbiamo imparato cose diverse. Cambiando comandante ovviamente anche il viaggio muta, ma la presenza di Stephenie Meyer è stata il nostro faro costante. E' sempre stata presente e disponibile a chiarirci i dubbi sui personaggi.
Nikki Reed: Non è stato un processo convenzionale perché i libri sono preesistenti alla storia dei film, quindi abbiamo sempre avuto presente una traccia da seguire.
Nikki Reed: A differenza di Jackson, io non sono stata cercata dai registi per chiarire loro dubbi. Al contrario, sono stata io a chieder loro consigli perché all'inizio del terzo film ero molto confusa e temevo che il cambiamento del mio personaggio non sarebbe stato sufficientemente giustificato. D'altronde i nostri sono personaggi di contorno, non sono il focus della storia.
Nikki, oltre ad essere un'attrice completa sei anche sceneggiatrice. Hai intenzione di continuare a scrivere in futuro? Nikki Reed: Io amo recitare, ma sto riflettendo su cosa voglio fare da grande. Ho prodotto un film, ho diretto due video musicali e ho scritto altre sceneggiature che purtroppo non hanno avuto la fortuna di Thirteen - Tredici anni. Scrivere, anche solo sul mio blog, è qualcosa che fa parte di me e continuerò a farlo sempre.
Jackson, oltre a recitare tu sei anche un musicista. Come concili cinema e musica? Jackson Rathbone: Io ringrazio Dio ogni giorno per avere la possibilità di fare ciò che amo. Quando posso esprimermi a livello musicale accade qualcosa di magico. C'è una reciprocità tra artista sul palco e pubblico che nella recitazione non può esistere. Io mi sento più a mio agio da artista che non da essere umano, è la mia dimensione vitale. Confesso di essere molto sorpreso ancora oggi dal successo della saga, è qualcosa che va oltre ogni aspettativa.
Come è stato il vostro rapporto sul set con Kristen Stewart e Robert Pattinson? Dopo essere diventati così famosi fanno vita a parte o sul set siete uniti?
Jackson Rathbone: Bella ed Edward sono un po' Romeo e Giulietta e i nostri personaggi servono a creare la realtà intorno a loro. Fuori dal set siamo tutti persone normali e i miei colleghi mi piacciono molto. Molte delle cose scritte sui divi non sono vere. Adesso mi sto divertendo molto a fare questo tour con Nikki perché andiamo molto d'accordo e la stimo come persona. Tempo fa una hostess non voleva farmi salire sull'aereo con la mia chitarra e Nikki si è schierata dalla mia parte. Da allora siamo molto uniti.
Nikki Reed: Jackson vi ha dato una risposta ideale. Ai tempi del primo film eravamo tutti ragazzini, ci sentivamo come una grande famiglia. Poi le cose sono cambiate, con la maggiore responsabilità sul set è cresciuta la tensione, c'erano più guardie del corpo e alcuni di noi hanno cominciato a vedere gli altri sulle riviste ogni giorno. Ovvio che ci sia stata qualche lamentela. La situazione non è rimasta la stessa. Non che sia peggiore, ma è diversa e questo era inevitabile.
Jackson Rathbone: Separare il pubblico dal privato è fondamentale. Io amo i Rolling Stones, ma sono cosciente di non essere Keith Richards né Mick Jagger. Per quanto li ammiri so che c'è una linea di separazione. Non ballo in modo sinuoso come Mick e non mi faccio le trasfusioni come Keith perché sono solo un loro ammiratore. La stessa cosa si può dire della serie di Twilight che non è stata scritta da noi perciò i personaggi sono molto diversi da come siamo noi nella realtà. In quanto attori siamo capaci di dargli qualcosa di nostro, ma non dobbiamo essere identificati con loro.
Quale è l'ingrediente che ha trasformato Twilight in un fenomeno mediatico? Nikki Reed: A volte le donne sono un target di pubblico più facile perché Twilight non è altro che una favola sentimentale e l'amore è uno di quei sentimenti eterni che colpisce tutti. L'amore di Bella ed Edward non è reale e questa è la ragione principale del suo fascino. E' qualcosa di idealizzato. Questo è il motivo per cui io ho sempre preferito l'amore tra Bella e Jacob, perché è più concreto e problematico.
Jackson, sei stato costretto ad accantonare i progetti con la tua band, i 100 Monkeys, per occuparti della saga. Pensi che in futuro tornerai a suonare assiduamente? Jackson Rathbone: Nella musica c'è un'immediatezza che nel cinema non c'è, ma io l'ho sempre amato perché è dotato di una ricchezza e di una complessità incredibile. Dietro ogni film c'è un lavoro immenso e il merito del suo successo va a coloro che vi hanno lavorato, ma anche al pubblico che ha comprato il biglietto per vederlo. Credo che in futuro continuerò a lavorare sia nel cinema che nella musica perché ho sete di sapere e imparo tutto solo guardando lavorare gli altri. Spero che tra poco la mole di lavoro aumenti.
In America i romanzi young adult hanno un enorme successo e molte saghe vengono trasformate in film. A voi piace questo genere? Quali sono i vostri romanzi preferiti? Jackson Rathbone: Il fenomeno young adult è molto interessante. Sia io che Nikki abbiamo partecipato alla serie The O.C. ed entrambi vogliamo fare qualcosa per i giovani. Anche i politici puntano a conquistare i giovani perché loro sono il futuro. Io accetterei un altro progetto di questo tipo perché lo trovo accattivante e in momento come questo è importante lavorare sui giovani.Nikki Reed: Se trovassi qualcosa che mi appassiona davvero lo farei. Se mi accontentassi forse avrei più successo di così, ma io cerco sempre di fare ciò che mi piace e che mi convince.
Ora che la saga sta per finire non avete paura di perdere un pubblico così ampio e di rimanere legati ai vostri personaggi?
Nikki Reed: Io mi sento fortunata perché non assomiglio al mio personaggio, non sono bionda, e spero che aver avuto successo in questo modo non condizioni la mia carriera futura.
Jackson Rathbone: Quando suono con la mia band mi segue una parte di pubblico legata a Twilight e mi piace tutto ciò. Molti ragazzi mi dicono che loro sono venuti a sentire la mia musica mentre le loro fidanzate sono venute perché sono appassionate di Twilight. Sono contento di interpretare un personaggio molto diverso da me e so anche che si corre il rischio di rimanere 'incastrati' in un certo tipo di ruoli. Mio padre, che è molto intelligente, dice sempre: "Pensa al meglio, preparati al peggio" e io credo molto nell'idea che ogni cosa bella abbia anche un lato negativo.