Roland Emmerich è da sempre il maestro delle grandi produzioni e dei disastri mirabilmente rappresentati sul grande schermo. Dopo averci fatto trattenere il fiato con film come Independence Day, Godzilla, e The Day after tomorrow - L'alba del giorno dopo, il regista ritorna ora con una pellicola all'apparenza completamente diversa - ma che promette di sollevare sicuramente qualche discussione per il suo tema controverso.
Anonymous, questo il titolo originale, affronta infatti la teoria che vede William Shakespeare semplicemente come uno pseudonimo usato dal conte Edward De Vere per firmare le sue opere, affermando quindi che il maggiore poeta e drammaturgo d'Albione non sia in realtà mai esistito. Un messaggio molto forte, per il quale Emmerich è finito nell'occhio del ciclone ancor prima dell'uscita stessa del film.
Il regista non è sorpreso - le polemiche erano previste - e in un'intervista all'Empire Big Screen di Londra ci parla del film, difendendo appassionatamente la teoria e l'importanza della libertà di pensiero.
Roland Emmerich, puo' dirci qualcosa sul film, di cosa parla e da cosa è stato ispirato? Anonymous tratta del problema del diritto d'autore, dell'ipotesi che Shakespeare non abbia scritto le sue opere, una teoria in cui credo e che molti scrittori e attori condividono. Ed è anche un modo alternativo di rappresentare Shakespeare sul grande schermo.
E' stato sicuramente un cambiamento per lei - un film di cappa e spada basato su eventi reali invece di qualcosa di più fantasioso...E' certamente un cambiamento - facendo quel genere di film, qualche volta si finisce per perdere il contatto con la realtà a livello cinematografico, e stava iniziando a mancarmi. Nove anni fa ho trovato questo copione eccezionale, questa idea fantastica che mi ha quasi ossessionato, quindi sono molto contento di essere riuscito a lavorarci.
Come mai ci è voluto cosi tanto tempo per concretizzare il progetto?
Stavo lavorando su altri progetti, e c'è stato un tentativo - fallito - 5 o 6 anni fa, quando siamo venuti in Inghilterra ma non siamo riusciti ad avere il cast che volevamo e tutto si era rivelato troppo costoso. Poi ci sono stati altri film, e 2012 - per cui ho filmato il mondo intero con una tecnica che permette di rappresentare qualsiasi cosa in modo non troppo costoso, e che ho riutilizzato anche per Anonymous.
E' stato uno di quei film per cui avevamo già discusso a lungo e sapevamo già esattamente cosa fare. Detto questo, girarlo è stato un processo divertente e molto creativo, perché tutti conoscevano bene il copione e lo apprezzavano. Ho imparato che la più grande nemesi dell'arte è l'ostinazione di certe persone che non sono aperte al dialogo, non ti lasciano nemmeno parlare, vogliono farti tacere. E penso che questo film sarà molto discusso, anche perché lo mostreremo in fiere, mostre e altri posti che di solito non visitiamo.
C'è stato qualcuno che non voleva lavorare con lei per via di questo tema?
Abbiamo avuto problemi - per esempio volevamo assumere un giovane aiuto regista ma ci è stato difficile trovarlo, fortunatamente abbiamo trovato questa ragazza coraggiosa che aveva anche lavorato al Globe [la ricostruzione del teatro di Shakespeare a Londra] e quindi ha fatto un ottimo lavoro. Ma ci sono stati molti registi che dopo aver letto il copione si sono tirati indietro dicendo che un film del genere avrebbe danneggiato la loro carriera. Questo particolarmente in Inghilterra. I film sono pericolosi perché sono persuasivi, e gli Stratfordiani (I sostenitori di Shakespeare come autore) ne sono molto spaventati. Non dimentichiamoci che queste persone hanno scritto libri su libri su questo tema - la loro vita è praticamente un castello di carte.
E' pronto ad essere considerato un eretico?
Mi descrivono gia' come eretico - e parlano anche di cospirazione, anche nella pubblicità per il film, ma non mi piace usare questa parola, perché sa molto di 'pazzo' e da non prendere sul serio.
E' una battaglia molto dura che non verrà vinta con un solo film, ma è comunque un grosso passo avanti, dato che ci sono persone che dicono che non avremmo dovuto girarlo affatto. Ma in che società viviamo se non possiamo neanche fare domande?
Stiamo parlando di un uomo che aveva genitori e figlie analfabeti - ed è provato - e non c'è nessun libro, e nessun documento o testimonianza che si riferisca a lui come scrittore. I suoi stessi concittadini di Stratford non avevano idea che ci fosse uno scrittore tra loro. Per qualsiasi altro autore possiamo trovare testimonianze, ma per lui, niente - l'unica cosa che possediamo, e ciò a cui gli Stratfordiani si aggrappano, sono menzioni un paio di anni dopo la sua morte, dopo che alcuni dei suoi lavori furono pubblicati.
Un'altra cosa strana è il fatto che lui parlasse da un certo punto di vista - non come cittadino comune che descrive la nobiltà, come ci aspetteremmo da uno con le sue origini, ma come nobile - e analizzando questo punto i conti non tornano.
E infine, il nome stesso - Shakespeare da Stratford - appare in quattro o cinque versioni diverse. Qualcuno mi dovrebbe spiegare questa cosa... tutto ciò che possediamo di questo autore così fecondo sono sei firme scritte in tre modi diversi, e il nome Shakespeare non appare in nessuna di queste. E' una cosa che vorrei tanto chiedere agli Stratfordiani, ma loro sono spaventatissimi e non lo permettono, perché sanno di non avere abbastanza prove - anche se hanno dedicato la loro intera vita a dimostrare il contrario.