All In: The Fight for Democracy 2020

Il documentario è guidato da Stacey Abrams, che è stata la candidata per il partito democratico alla carica di Governatore nello stato della Georgia. Proprio durante la sua candidatura, la Abrams si è resa conto delle problematiche che molti cittadini degli Stati Uniti devono affrontare per avere accesso a quello che è un diritto basilare di ogni cittadino, quello del voto. Tutto il documentario è un’esortazione a prendere atto di quanto votare sia fondamentale per i cittadini e quanto è costato in passato avere il diritto di voto per tutti, il sacrificio ultimo per molti manifestanti e attivisti del passato, un sacrificio che non può e non deve essere dimenticato.

La Abrams denuncia come il “voter suppression” - una tattica volta a rendere difficile votare per uno specifico gruppo di persone, come ad esempio gli ex detenuti - abbia influito fortemente sull’outcome delle elezioni di cui ha fatto parte e che hanno portato il suo rivale Brian Kemp - un repubblicano - a vincere le elezioni del 2018. Nel documentario Stacey parla inoltre della sua vita privata, in particolare di sua nonna che votò per la prima volta dopo che il Voting Rights Act venne ratificato. Racconta di come sua nonna, nonostante ormai fosse legale, continuò a sentirsi terrorizzata per anni ogni volta che andava a votare. E’ un’insidia subdola e molto efficace, quella di scoraggiare i cittadini a votare con ostacoli burocratici da superare, perchè alla fine ti convince che “non ne vale la pena”, togliendo così uno strumento potentissimo dalle mani dei cittadini.