"Non sono Zodiac, e anche se lo fossi, pensate che verrei a dirlo a voi?"
Sta tutto in questa battuta, pronunciata da uno dei principali sospettati, il senso più profondo dell'opera di David Fincher, un film che nel suo enigmatico finale e nelle domande lasciate in sospeso sembra voler omaggiare un precedente cult come il Memories of Murder (2003) di Bong Joon-ho. Zodiac ha fatto ritorno nel catalogo Netflix e ne approfittiamo per approfondire il mistero legato dietro alla storia vera a cui si ispira, con la scritta in sovrimpressione prima dei titoli di coda che ci informava ai tempi dei risultati delle indagini allora condotte: ma parliamo del 2007, anno di uscita nelle sale, e da allora di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia. Se siete curiosi di saperne di più sulla figura di questo assassino seriale che ha sconvolto gli Stati Uniti, nello specifico la città di San Francisco, tra gli anni Sessanta e Settanta, qui vi racconteremo le ultime evoluzioni su un caso rimasto indelebilmente impresso nell'immaginario dell'opinione pubblica americana.
DAVID FINCHER E L'ASSASSINO SENZA VOLTO
La pellicola ha inizio nella cittadina californiana di Vallejo, dove sin da subito la tensione è ai massimi livelli e il brutale omicidio di due ragazzi apre le porte dell'inferno, introducendo la figura di quest'enigmatico villain senza volto e senza identità, che in altre occasioni arriverà a macchiarsi di orrendi delitti. Vallejo, dicevamo, e poi il Lago Berryessa e la citata San Francisco, con molti altri delitti presumibilmente imputabili a Zodiac. Le indagini del detective Dave Toschi e del collega Bill Armstrong brancolano nel buio, con il killer che manda inquietanti messaggi cifrati a diversi giornali, attirando su di sé le attenzioni della stampa e dell'intera popolazione statunitense. Zodiac diventa una sorta di babau, un essere mostruoso che comincia ad abitare i sogni, con la sola sostanziale differenza di essere dannatamente reale ed efferato nel suo modus operandi.
Furono Betty Lou Jensens e David Faraday le prime vittime ufficialmente riconducibili a Zodiac. Il 20 dicembre del 1968 i due giovani fidanzati erano al loro primo appuntamento e avevano parcheggiato l'automobile nei pressi di Lake Herman Road, quando si avvicinò loro un'altra vettura. Un testimone passò accanto ma non vide nessuno, salvo udire qualche momento dopo una sorta di sparo lontano. E qualche minuto dopo i cadaveri dei due ragazzi vennero rinvenuti da una donna che abitava nei dintorni: David morì per un singolo colpo alla testa, Betty Lou fu invece colpita ben cinque volte alle spalle. Le indagini non condussero a nulla. Il 4 luglio del 1969 fu invece il turno di Darlene Ferrin e Michael Mageau - come visto nel prologo - che furono inermi prede dell'aggressione omicida nei pressi del parcheggio del Blue Rock Springs Golf Course, lontano circa 6 km dal luogo del precedente crimine. Anche loro si trovavano in auto e la messa in scena operata da Fincher ricostruisce in maniera fedele quanto accaduto: dopo avergli impedito la fuga, bloccando il passaggio con il suo mezzo a quattro ruote, Zodiac ha prima accecato la coppia per poi sparargli con una luger da 9 mm. Darlene rimase uccisa mentre Michael, pur gravemente ferito, riuscì asopravvivere. La notte del giorno seguente in una telefonata anonima, effettuata da una cabina a poca distanza dal dipartimento della polizia, il misterioso interlocutore rivendicava la paternità del delitto.
Il 27 settembre dello stesso anno nel mirino di Zodiac finirono Bryan Hartnell e Cecelia Shepard, un'altra coppia che stava sostando sulle rive del lago Berryessa per fare un pic-nic. Pure questa uccisione viene mostrata nel film in tutta la sua efferatezza: l'assassino si è avvicinato ai due indossando un costume scuro, sostenendo di essere evaso da un vicino carcere, e diede inizio a quella che sembrava una rapina. Ben presto, però, dopo aver legato i due malcapitati, li accoltellò con ferocia alla schiena. In seguito Zodiac raggiunse l'auto di Bryan e vi incise sullo sportello il simbolo della croce nel cerchio e la scritta Vallejo 12-20-68, 7-4-69, Sept 27-69-6:30 by knife, ossia le date degli omicidi. Anche in questo caso lo sceriffo della contea di Napa ricevette una chiamata misteriosa. I fidanzati subirono un diverso destino: lei morì dopo essere caduta in coma, lui sopravvisse e potè testimoniare la propria versione dei fatti. L'11 ottobre del 1969 la scia di sangue tolse la vita al tassista Paul Stine, che si trovava fermo sul suo mezzo all'incrocio fra Mason Street e Geary Street, a San Francisco. L'uomo era ignaro che il suo prossimo passeggero sarebbe stato anche l'ultimo e trovò la morte qualche minuto dopo, colpito alla testa da un proiettile sparato da una pistola 9 mm. Testimoni furono tre ragazzini che abitavano nel vicinato e contattarono le forze dell'ordine mentre il killer stava ancora ripulendo la scena del delitto. Pochi minuti dopo due agenti di polizia notarono un individo camminare sul marciapiede, ma erano stati allertati per un sospettato di colore e decisero perciò di lasciar perdere. Qui si conclude la lista delle vittime accertate ufficialmente, ma come ben sappiamo non è finita qui...
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UN CODICE DA RISOLVERE
Trecentoquaranta simboli, da qui il nome Z340. Il codice cifrato usato da Zodiac è stato decriptato dopo cinquantun'anni da privati cittadini che hanno informato l'FBI, la quale ha confermato la veridicità della risoluzione. Come potete leggere nel passaggio svelato, Zodiac ribadisce la sua credenza di ottenere schiavi nell'aldilà ma svela anche informazioni che rimettono in gioco anche alcuni dei passaggi raccontati nella pellicola. "Spero vi stiate divertendo un sacco a cercare di catturarmi. Quello nel TV Show non ero io e questo sottolinea una cosa su di me, non ho paura della camera a gas perchè mi manderà più in fretta in paradiso visto che adesso ho abbastanza schiavi che lavorano per me, mentre gli altri non hanno niente quando arrivano in paradiso ed è per questo che hanno paura della morte, io non ho paura perchè so che la mia nuova vita sarà facile una volta arrivato nel paradiso della morte" Questo è il messaggio chiave spuntato delle imperfezioni e che pone l'accento su almeno una questione irrisolta, relativa all'identità di chi effettivamente chiamò un talk show mattutino per parlare con l'avvocato delle celebrità Melvin Belli.
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FONTI DI ISPIRAZIONE
La sceneggiatura è ispirata a due libri scritti da Robert Graysmith, pubblicati rispettivamente nel 1986 e nel 2002, che cercavano proprio di svelare la verità su quel fatto di cronaca nera che per tanto tempo ha tenuto i cittadini californiani con il fiato sospeso. Graysmith è il personaggio interpretato da Gyllenhall, un cartoonista che ha dedicato gran parte della sua vita a investigare, trasformando la caccia al killer in una vera e propria ossessione. Quello del killer dello zodiaco, soprannome auto-attribuitosi dallo stesso nei messaggi ai quotidiani e nelle conversazioni telefoniche, è diventato il più famoso caso irrisolto nella storia americana e ha spinto molti detective privati ad indagare nella speranza di scoprirne finalmente l'identità e ottenere fama e gloria personale. Zodiac ha sostenuto di aver ucciso trentasette persone ed è stato collegato a molti altri omicidi, e la sua volontà di diventare, a modo suo, famoso tramite le cartoline e i codici inviati alla stampa, in un gioco tanto sadico quanto affascinante, non poteva che attirare le attenzioni del grande schermo, tanto che già ben prima di David Fincher molti altri registi si sono ispirati, in maniera più o meno palese, alla vicenda.
La verità è là fuori
Come abbiamo visto sopra, Zodiac era convinto che gli individui da lui uccisi sarebbero stati poi suoi schiavi nell'aldilà, una concezione quasi religiosa del peccato che diviene mezzo di potere per l'altra vita, elemento che dona ulteriori, morbose, sfumature a una figura già ammantata di crudeltà. Le comunicazioni da parte sua sono terminate nel 1974 e il caso è diventato ufficialmente inattivo nel 2004, salvo poi essere riaperte tre anni dopo. Lo scorso anno un team di quaranta investigatori suppone di averlo idenfiticato in un certo Gary Francis Poste, ex membro dell'aeronautico deceduto nel 2018, ma sia la polizia che l'FBI non hanno mai confermato tale versione. Molti sono stati i sospettati nel corso degli anni, sia tramite esami del DNA più o meno accurati che per testimonianze di coloro che raccontano di come il padre fosse il killer e di aver assistito in prima persona ai delitti commessi, o ancora risultati da inchieste condotte per quotidiani nazionali: nel 2017 il giornalista Francesco Amicone ha sostenuto che Zodiac e il Mostro di Firenze fossero la stessa persona. E poi naturalmente uno dei principali indiziati, lo stesso che la sceneggiatura di James Vanderbilt ha reso il più papabile, quell'Arthur Leigh Allen (che nel film ha il possente corpo filmico di John Carroll Lynch) che nell'immaginario cinefilo rimarrà per sempre il colpevole. Ma è lecito attendersi futuri colpi di scena, con la realtà pronta ancora una volta a superare l'immaginazione.