La lavorazione di Z - La città perduta ha richiesto alle star Charlie Hunnam e Robert Pattinson di tirar fuori il loro avventuroso per "sopravvivere" diverse settimane nella giungla amazzonica insieme al regista James Gray. Il film, realizzato con un notevole dispendio di energie, è una pellicola ambiziosa che racconta la storia dell'esploratore inglese Percy Fawcett, ufficiale dell'esercito inviato in Sud America nel 1906 per mappare una parte di giungla al confine tra Brasile e Argentina. In seguito al ritrovamento di antichi manufatti, Fawcett sviluppò un'ossessione nei confronti della giungla decidendo di farvi ritorno in successive spedizioni per cercare una misteriosa città d'oro citata in alcuni documenti. L'ultima spedizione risultò fatale per lui e per il figlio maggiore Jack. I due non fecero mai più ritorno.
Charlie Hunnam e Robert Pattinson sono presenti a Berlino a fianco del regista James Gray e della bella Sienna Miller che interpreta Nina, la volitiva moglie di Percy Fawcett. Interpellati sul loro senso dell'eroismo, i due attori rispondono in maniera diametralmente opposta. Deciso e sicuro di sé Hunnam, titubante e imbarazzato Pattinson, ancor più restio del solito a stare sotto i riflettori. Charlie Hunnam scherza: "Io vivo un'avventura diversa ogni giorno! Naturalmente questo film è stato un'esperienza incredibile, abbiamo fatto i bagagli e siamo partiti per Colombia, Venezuela, Sumatra. Abbiamo dormito notti e notti nella giungla, siamo stati morsi da insetti che ci volevano mangiare. Eravamo circondati da serpenti e scorpioni che ci camminavano sulle mani. Un giorno mi sono accorto che un ragno velenoso camminava sulla mia schiena. Se mi avesse morso, forse sarei morto". James Gray si gira verso il suo protagonista perplesso: "Non avevo nai sentito questa storia prima d'ora. Ma ricordo di avere avuto anche io uno scorpione sulla mia mano". Meno ardito Robert Pattinson esclama: "Nella vita non ho molte occasioni per sparire nella giungla, questa è stata la più grande avventura che abbia mai avuto".
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James Gray e il Fitzarraldo 2.0
Z - La città perduta oscilla tra il Nuovo Mondo e il Vecchio Continente. Tra una spedizione di Fawcett e l'altra buona parte del film si svolge in Inghilterra, patria dell'esploratore, e vi è un importante frammento ambientato in trincea durante la Prima Guerra Mondiale. James Gray chiarisce: "Il film parla di due pianeti diversi, l'Europa che si sente superiore al Sud America. Quello che non volevo fare era un film sull'uomo bianco che va nella giungla. Sarebbe stato molto triste. Mentre giravamo mi sono reso conto di avere un atteggiamento arrogante, volevo plasmare la realtà secondo le mie idee. Mi sono trovato a chiedere di ricostruire una trincea perché era troppo stretta, ma poi mi sono fermato e mi sono detto 'Cosa stai facendo? Questa è la realtà, sei un idiota, perché la vuoi cambiare? Kubrick ha comunque fatto meglio di te. Ho capito che il mio interesse primario era cercare la verità. Non so se questo film mi ha attratto perché era una storia vera, a colpirmi sono stati i personaggi. Al centro di tutto vi è l'idea umana di spostare i limiti della conoscenza un po' più in là".
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Il regista ha cercato di applicare la stessa umiltà appresa on location nel lavoro con gli indigeni dell'Amazzonia. "Abbiamo usato 4 diverse tribù e abbiamo capito subito che dirigerle era impossibile. Dovevamo tradurre le istruzioni dall'inglese a spagnolo e portoghese e poi nella loro lingua. Dirgli cosa fare era stupido in ogni caso, così li abbiamo lasciati liberi di muoversi mentre li filmavamo. Quello che non volevo fare era un film antropologico alla "guarda cosa fanno questi indigeni". A me interessava esplorare la sfida umana, il modo in cui l'upper class inglese si relazionava al resto del mondo, l'equilibrio tra uomini e donne".
La verità, solo la verità
James Gray è consapevole che la scelta dell'ambientazione amazzonica e del tema trattatato in Z - La città perduta spingerà la critica a sollevare paragoni con il grande Werner Herzog. "Girare nella giungla ha avuto un certo impatto, devo ammetterlo. Non disattendere le aspettative del pubblico non è il mio lavoro. Non faccio film per non deludere lo spettatore, faccio film per comunicare una mia esigenza interna. So bene che ci sono molte opere ambientate in Amazzonia, ma non volevo fare un nuovo Fitzcarraldo. L'essenza della mia storia riguarda una persona che tenta di sfuggire al sistema e di accrescere la conoscenza. Volevo raccontare una storia nel modo più onesto possibile e cercando di essere il più rispettoso possibile. Conosco Lawrence d'Arabia e vedere Alec Guinness che fa l'arabo oggi è ridicolo. Non voglio mancare di rispetto a David Lean, ma non è più il 1962".
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La passione di James Gray, che trapela da ogni sua risposta, ha convinto Charlie Hunnam ad accettare un lavoro che lo avrebbe portato via da casa per molto tempo e l'attore inglese ha trovato più di una assonanza con il suo personaggio. "La molla che mi ha spinto ad accettare è stata la presenza di James Gray, ma quando ho letto lo script mi sono interessato al personaggio, al destino che lo attende, al conflitto inevitabile tra il suo sogno e le responsabilità familiari. Anche io sparisco per mesi per fare film e mi sono sentito molto egoista, quindi capisco molto bene cosa doveva provare Fawcett". Sienna Miller, che interpreta sua moglie nel film, aggiunge: "Nina è una vera donna e madre. Non si sente triste all'idea di stare per anni senza il marito, è forte, indipendente, liberata. Ho amato molto questo personaggio". Robert Pattinson conclude: "Quando ho letto la sceneggiatura mi è piaciuta subito l'idea di recarmi in un posto selvaggio. Volevo immergermi nel misteri della giungla selvaggia. Essere parte della natura è un'esperienza meravigliosa e pacifica. Dopo averla sperimentata ho capito che tutto sommato d'ora in poi mi limiterò a ripeterla sul mio Twitter". Dal momento che oggi è San Valentino, non manca la domanda di rito alla star di Twilight su come festeggerà, ma l'attore replica: "Non ho mai ricevuto un regalo di San Valentino. Sono stato qui a Berlino tre volte per San Valentino, il che mi rende molto facile pianificare i festeggiamenti".