Yellowstone: la dinastia Dutton dal 1883 a oggi attraverso la storia americana

La famiglia Dutton attraversa i confini del tempo: da Yellowstone a 1883, passando per 1923 - in arrivo su Paramount+ a febbraio - scopriamo la loro storia, intrecciata ai grandi cambiamenti nella società americana.

Yellowstone: la dinastia Dutton dal 1883 a oggi attraverso la storia americana

Si chiama Taylor Sheridan ed è un ex modello e attore, muscoloso e bellissimo, occhi azzurri come il cielo e mascella squadrata. Taylor Sheridan è cresciuto in un ranch in Texas, come un vero cowboy. Quando la sua famiglia perde la terra e il ranch, negli anni '90, si trasferisce in California e - favorito dall'aspetto - tenta la carriera di attore. Per nostra fortuna, però, scopre di cavarsela ancora meglio dietro le quinte. Perché Taylor Sheridan è un vero cowboy, ma anche un grande scrittore. Nel 2015 scrive la sua prima sceneggiatura per un film, Sicario, seguito l'anno successivo da Hell or High Water, che gli frutta una nomination agli Oscar per la migliore sceneggiatura originale e I segreti di Wind River (2017), che firma anche come regista.

Sons of Anarchy: Taylor Sheridan nell'episodio Falx Cerebri
Sons of Anarchy: Taylor Sheridan nell'episodio Falx Cerebri

Sheridan scrive di ciò che conosce bene e nel 2018 crea la sua prima serie per la TV, Yellowstone: un capolavoro di personaggi, ambientazione, conflitti e attualità che riporta prepotentemente alla ribalta il mondo dei cowboy, dei nativi americani e delle terre che sono state loro sottratte con la forza, della società sempre più consumista e consumatrice, che divora la terra per costruirci aeroporti, casino e resort di lusso in nome dell'unico dio odierno in cui l'uomo abbia fede, il denaro.

Colpo di fulmine: il primo incontro con i Dutton

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Yellowstone 3: Kevin Costner e Kelly Reilly in una scena

Così il mondo incontra i Dutton per la prima volta. Ed è amore a prima vista. Kevin Costner nel ruolo di John Dutton, il capostipite della famiglia protagonista, rilancia alla grande la propria carriera e vince un Golden Globe per la sua straordinaria interpretazione. Ma a fare di Yellowstone il gioiello televisivo che ha incantato mezzo mondo non sono solo la scrittura di Sheridan e Kevin Costner: ci sono anche un cast straordinario - Kelly Reilly e Cole Hauser su tutti, rispettivamente nei panni di Beth Dutton e Rip Wheeler - ambientazioni mozzafiato, tanta tensione e colpi di scena, conflitti famigliari irrisolvibili (con il figlio Jamie, un bravissimo e scomodo Wes Bentley), e naturalmente quel passato mai chiuso con la comunità nativa americana, depredata della terra e ora determinata, per quanto le sia possibile, a mantenere e allargare ciò che si è faticosamente riconquistata.

Yellowstone: Luke Grimes e Kelsey Asbille in una scena della serie
Yellowstone: Luke Grimes e Kelsey Asbille in una scena della serie

A fare il resto sono la magia dei rituali tramandati di padre in figlio, dalle cavalcate alle prove di coraggio, unita al riscatto di una vita offerta dal ranch ai reietti della società, marchiati per il resto di quella seconda e unica occasione unitamente a una nuova ed eterogenea famiglia. Una famiglia che non si aspettavano e nella quale, forse, nemmeno speravano. Yellowstone tiene lo spettatore incollato allo schermo, e all'alba della quinta stagione - già iniziata negli USA, con la seconda parte in arrivo in estate e presto in Italia, dal 1° marzo su Sky e NOW - ha allargato i propri confini temporali fino alla fine dell'800 con due prequel che ci raccontano la storia degli antenati di John, la nascita del ranch e un mondo che cambia rapidamente e che oggi stentiamo a riconoscere.

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L'inizio della storia: 1883

1883 Episode 9

Il primo prequel di Yellowstone, disponibile in Italia su Paramount+, ci racconta la storia di un lungo, apparentemente interminabile viaggio funestato da eventi terribili ma anche pieno di speranza. Un gruppo di immigrati tedeschi si fa guidare da esperti cowboy attraverso le grandi pianure, verso Ovest, in cerca di un nuovo inizio. James Dutton, il trisavolo del John che conosciamo, si unisce alla carovana contribuendo a tenerla al sicuro e portando la sua famiglia dal Tennessee al Texas, fino al Montana. Lungo il percorso, molte vite andranno perse e molte altre verranno cambiate per sempre dagli incontri con i famigerati "pellerossa", dipinti come leggendari mostri sanguinari nemici dei coloni. Reduci dalla Guerra di Secessione, James Dutton (Tim McGraw), ex capitano degli Stati Confederati, e Shea Brennan (uno straordinario Sam Elliot), ex capitano della Union Army, dovranno trovare il modo di lasciarsi la guerra e gli schieramenti rivali alle spalle per condurre in salvo la famiglia di James e tutti gli altri pellegrini.

Una foto di Tim McGraw
Una foto di Tim McGraw

1883 è una miniserie perfettamente calata nell'epoca che narra e nella violenza che dominava il mondo di allora. La lotta quotidiana per la sopravvivenza, fra banditi e traditori, truffatori e opportunisti, trasforma il lungo viaggio in un incubo a occhi aperti, ma regala anche ad alcuni dei protagonisti - a cominciare dalla giovane Elsa Dutton (Ludovica Bebi) - il miracolo del contatto con una natura selvaggia dal fascino irresistibile. Si dice che non sia tanto la destinazione a contare, quanto il viaggio stesso. E in 1883 solo per Elsa e pochi altri è così: il trasferimento nel West rappresenta l'unica possibilità per chi non ha più nulla da perdere, tranne la vita.

Coppia sullo schermo e nella vita

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Y: 1883: Faith Hill e Tim McGraw in una scena

La celebre cantante country Faith Hill interpreta con successo la moglie di James, Margaret Dutton. Forse anche perché il suo co-protagonista, Tim McGraw, è suo marito anche nella vita reale, e come lei canta. Con grandissimo successo: difficile non averlo mai sentito nominare, visto che ha venduto qualcosa come 75 milioni di dischi in tutto il mondo...

La coppia Hill-McGraw ha inciso con successo anche il duetto della canzone originale I Need You, tratta dalla miniserie e candidata a 2 Grammy Awards. Margaret e James Dutton, con gli attori che li interpretano in 1883, erano già comparsi nella quarta stagione di Yellowstone durante i flashback dedicati agli antenati di John. In particolare, le sequenze erano incentrate sulla vita al ranch nel 1893, ossia un decennio dopo l'arrivo dei Dutton nel Montana. Lo spirito narrativo di Yellowstone, che ne ha decretato il successo - cioè un mix di storia, family drama, thriller e avventura - resta intatto in 1883. Un secolo e mezzo prima della storia di John Dutton e dei suoi figli, il viaggio che porterà il primo Dutton in Montana, a scegliere il luogo su cui sorgerà il ranch Yellowstone, ci regala paesaggi mozzafiato, un'eroina femminile degna antenata della Beth Dutton che ci ha fatti impazzire (Elsa, il personaggio più amato di questo prequel) e al tempo stesso l'indicibile violenza su cui è sorto il Paese delle opportunità, patria di quel sogno americano che i Dutton sembrano aver realizzato... ma a quale prezzo?

Il prezzo del sangue

1883

L'inizio della dinastia Dutton risponde proprio a questa domanda, raccontandoci i sacrifici di una famiglia che paga col sangue quella voglia di libertà, futuro e serenità che la spinge a sfidare ogni sorta di pericolo pur di raggiungere la propria destinazione. Ma il sogno americano è stato costruito pagando anche un altro prezzo, un prezzo così alto da risultare incalcolabile. Perché la grande America di cui cantavano i pellegrini non era fatta per chi ci era nato. Non era stata pensata per chi, in quel Paese, c'era sempre stato. Sono stati i coloni europei a definire le priorità. A costruire le bugie tramandate di padre e in figlio che hanno fatto dichiarare agli indiani d'America una guerra senza quartiere contro quell'uomo bianco che li ha perseguitati, decimati, cacciati dalle loro stesse terre, dall'unica casa che avessero mai conosciuto.

Con lo sguardo moderno di chi sa come siano veramente andate le cose, Taylor Sheridan ricostruisce con grande accuratezza storica un'epoca che non lasciava spazio all'incertezza. L'epoca in cui le persone consideravano la prontezza nell'estrarre la pistola e sparare alla stregua di una sorta di selezione naturale. Senza dimenticare che il primo, vero avversario dei coloni era proprio la natura. Quella incontaminata, bellissima, affascinante e letale natura che l'uomo ha piegato prima alle proprie esigenze, poi ai propri desideri, e infine al proprio profitto. Facendo da filo conduttore alle vicende dei Dutton attraverso i secoli.

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1923

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1923: Harrison Ford sul set della serie

Paramount+ ha annunciato l'arrivo in Italia di 1923, l'atteso sequel di 1883 e prequel di Yellowstone, per il 12 febbraio. Pur essendo gli episodi ancora inediti nel nostro Paese, abbiamo alcune certezze. Primo: un grande cast, come sempre all'altezza delle aspettative, capitanato da due grandi nomi: Harrison Ford e Helen Mirren. La coppia interpreta Jacob e Cara Dutton, rispettivamente fratello e cognata di James - conosciuto in 1883. A gestire il ranch, che vediamo per la prima volta, ci sono loro insieme ai figli di James, sebbene Spencer (nato nel 1885 da Margaret e James, quindi dopo la fine di 1883) si trovi in Africa. Dopo aver combattuto nella Grande Guerra, il ragazzo non sembra intenzionato a tornare a casa, alla vita di prima, al ranch. Ma con la famiglia Dutton, lo sappiamo, il richiamo del sangue è forte e tutto può succedere...

Lo spettro della guerra

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1923: Helen Mirren ed Harrison Ford in una foto promozionale

Ancora una volta abbiamo un Dutton reduce da una guerra che l'ha cambiato. Profondamente, e per sempre. Se James aveva dovuto fare i conti con quanto vissuto, fatto e subito durante la Guerra di Secessione, a suo figlio Spencer è toccata la Prima Guerra Mondiale. E sappiamo già, se la matematica non è un'opinione, che al "nostro" John Dutton, quello di Yellowstone, è toccato il Vietnam. Non è un caso: la dinastia famigliare protagonista di questa appassionante saga è sempre stata affiancata dalla storia. E dalla violenza che l'ha accompagnata, sin dall'inizio, come ci racconterà anche 1923.

In fondo, la violenza ha accompagnato la famiglia Dutton ma anche la storia americana, e 1923 non prova nemmeno a nasconderlo, anzi. Quella denuncia del revisionismo storico che voleva gli indigeni primitivi assassini spietati che si nutrivano di carne umana si manifesta nella rappresentazione della realtà per come fu davvero: l'arrivo dei coloni inglesi e il tentativo di "civilizzazione" di un popolo che venne sopraffatto, condannato senza processo, diviso in nome di quella educazione che gli europei - gli inglesi, nello specifico - volevano imporre perché la consideravano l'unica corretta. Yellowstone è una serie dura, e così, in maniera ancora più cruda, lo sono i suoi prequel.

Un mondo più grande

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1923: Helen Mirren in una foto promozionale

1923 ci parla di una società che si barcamena fra le automobili e i cavalli, di quella politica che coincide con il potere anche in Yellowstone e che è fondamentale per l'affermazione dei Dutton nel Montana e di quella vita che, in quel momento, si può ancora scegliere. Il mondo diventa più grande, si viaggia molto più facilmente e i giovani hanno tante, inedite opportunità. Perfino qualcuno nato e cresciuto in un ranch si trova di fronte all'opportunità di scegliere diversamente, per sé e per la propria futura famiglia. Come sembra fare Spencer, in fondo. Ma alla fine il legame fra i Dutton e la terra del Montana si dimostra così forte da influenzare per sempre anche tutte le generazioni a venire. Perché se la guerra cambia un uomo per sempre, il sangue lo riporta dove dovrebbe trovarsi. E alla vita che dovrebbe fare. Ancora una volta ci troviamo in un passato lontano, esattamente un secolo fa, che si dimostra tanto moderno da farci riflettere sul concetto di destino, legame famigliare e opportunità.

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1923: Helen Mirren sul set della serie

I figli di James Dutton si trovano di fronte alla possibilità di scegliere, così come le loro mogli. Non diversamente dai figli John Dutton, che nel 2000 sceglieranno strade alternative per poi, alla fine, tornare sempre al ranch. Perché se il legame fra l'uomo e la natura raccontato in 1883 ci ricordava quanto siamo piccoli e impotenti di fronte alle forze naturali, in 1923 l'uomo ha già iniziato a piegare la natura alle proprie esigenze, a usarla per trarne profitto - dalla terra e dagli animali - e il conto alla rovescia inizia. Inesorabilmente accompagna i Dutton dei primi del '900 verso il mondo dei cambiamenti climatici, della cementificazione selvaggia e del dio denaro che i loro discendenti dovranno cercare di controllare. Ma la natura non si può controllare. Così come l'istinto e il sangue, che finiscono per determinare chi siamo davvero e che tipo di vita "sceglieremo"...

Yellowstone 4, la recensione: la famiglia Dutton al contrattacco, torna la serie per veri duri

Yellowstone: i "nostri" Dutton

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Yellowstone 4: Kevin Costner in un momento drammatico

Il capostipite dei Dutton di oggi, quelli dell'era contemporanea in cui li conosciamo per la prima volta, come abbiamo visto è John Dutton. Kevin Costner, che firma la serie anche da produttore, dà vita a un uomo che rappresenta alla perfezione l'eredità di una dinastia che impariamo a conoscere serie dopo serie, e che ha una caratteristica peculiare: l'attaccamento dei padri ai figli (e alle figlie, in particolare: si veda il rapporto fra James ed Elsa e fra John e Beth, tanto per fare due esempi). I Dutton sono legati alla famiglia, non alla terra. Il ranch protagonista di Yellowstone è solo la concretizzazione di quell'amore famigliare disposto a fare qualsiasi cosa e ad affrontare qualunque nemico pur di garantire un futuro ai Dutton delle generazioni a venire.

Un western contemporaneo

Yellowstone: una scena della serie
Yellowstone: una scena della serie

Yellowstone è un western contemporaneo e, come tale, si occupa delle tematiche classiche del genere: la vita a contatto con la natura, divisa fra i tramonti che tolgono il fiato e la frenesia della vita moderna; la strenua difesa di quel lifestyle ormai desueto, minacciato dalle multinazionali che vogliono distruggerne le vestigia per trasformarle in piste per aeroporti o megastrutture turistiche; la costante minaccia dei confini delle proprietà terriere, con i vicini che vogliono allargarsi a discapito degli altri; il passato dei nativi americani che diventa finalmente, oggi, un'onta per tutti i loro confinanti bianchi che non sarebbero dovuti essere lì, ma non per questo li ferma dal voler preservare o addirittura allargare i propri possedimenti conquistati con la violenza...
Ma naturalmente c'è anche altro. Oltre alla coesistenza di uno stile di vita incomprensibile a chi è cresciuto in un grattacielo e a quell'attrazione profonda e irresistibile che i grandi spazi aperti esercitano sull'uomo, ma anche sulle sue fantasie di guadagno, Yellowstone ci racconta il modo in cui una famiglia con una lunga tradizione cerca di sopravvivere ai fallimenti determinati dalla trasformazione della società in un branco di lupi sempre più affamati.

I concorrenti di John, i suoi nemici - perché di questo si tratta: nemici veri e propri - i delicati equilibri politici e i legami dell'influenza economica con quella determinata dal favore del potere; tutto questo finisce per legarsi ai traumi, al dolore, ai conflitti familiari. Perché ogni famiglia è piena di traumi, dolore e conflitti. Ma anche di un amore - specialmente quello del padre per i propri figli, che come dicevamo è un tema ricorrente nella dinastia Dutton - che spinge a difendere con le unghie e con i denti le conquiste ma soprattutto il nome. Perché Dutton e Yellowstone sono nomi con una storia, un valore, una reputazione che valgono più di molto altro. La vita dei cowboy, che lavorano dall'alba al tramonto e sono disposti a rischiare tutto per il loro datore di lavoro, si mescola alle vicende personali di John, Beth, Jamie e Kacey (Luke Grimes), superstiti di una famiglia che ha perso la madre e un figlio e che lotta disperatamente per restare a galla. Magari anche al prezzo di allontanare uno dei membri per far sì che i restanti abbiano l'occasione di salvarsi.

Questione di carattere

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Yellowstone 3: Kevin Costner a cavallo in una scena della terza stagione

I personaggi, proprio come le persone reali, si qualificano per il modo in cui reagiscono di fronte alle avversità. Ed è così che c'innamoriamo di Beth, John, Rip, Kayce e tutti gli altri. Ciascuno ha una storia personale che si lega profondamente a quella degli altri. Impossibile pensare a John Dutton senza pensare anche ai suoi figli, o a uno dei suoi figli senza pensare a John e al resto della famiglia. Tramite una lunga serie di flashback che definiscono le loro personalità attraverso le esperienze, i protagonisti di questa serie di fatto corale ci vengono svelati poco alla volta, con un ordine preciso che ne determina anche le dinamiche di potere, il carattere, le ambizioni. La fiera consapevolezza di Monica (Kelsey Asbille), la moglie nativa a americana di Kacey che soffre del destino riservato al proprio popolo e lotta per raccontare la verità ai suoi studenti ne è un esempio perfetto. Monica conosce se stessa e la sua storia, ha accettato di diventare una Dutton ma non per questo - pur conoscendone il prezzo - ha mai pensato di rinunciare alla sua identità.

C'è molto da imparare dal modo in cui Monica si relaziona con la società contemporanea e da come la società si relaziona con lei e ciò che rappresenta. In Yellowstone, nulla accade per caso e tutto è radicato nel passato, nel presente e nel futuro. Per questo il legame con i prequel è così efficace: nel momento in cui assistiamo ai primi episodi, siamo già diventati parte di quella famiglia che nel corso dei secoli sarà destinata a compiere imprese eroiche e terrificanti, oneste e spaventose. Yellowstone e i Dutton, in fondo, sono esattamente come il mondo, che è bellissimo e orribile. Ed è per questo che li amiamo. Perché, nel bene e nel male, sono veri. Una ragione sufficiente per continuare a seguirli e a scoprire la loro storia, no?