X-Factor 13, parla Enrico Di Lauro, il secondo eliminato

X-Factor 13, la nostra intervista al secondo eliminato, Enrico Di Lauro della squadra Under Uomini guidata da Malika Ayane.

X-Factor 13 è entrata davvero nel vivo con la fase live, quella più attesa, iniziata lo scorso 24 Ottobre su Sky Uno. Dopo l'eliminazione della scorsa settimana di Mariam Rouass, facente parte della sezione Under Donne guidata da Sfera Ebbasta, questa settimana l'uscita definitiva dal talent è toccata ad Enrico Di Lauro. Il giovane cantautore, appartenente alla squadra Under Uomini guidata da Malika Ayane, non è riuscito a convincere i quattro giudici, diventando il secondo eliminato di X-Factor. Dopo essersi esibito nella prima manche con Cieli Immensi di Patty Pravo, ha provato a riscattarsi al momento del ballottaggio con Marco Saltari, cantando e suonando con la chitarra Yesterday dei Beatles, un suo cavallo di battaglia. Purtroppo, tutto ciò non è bastato per poter continuare la sua avventura in questo talent show.

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X-Factor 13: una scena della seconda puntata

X-Factor 13, parla Mariam Rouass, la prima eliminata

Chi è Enrico Di Lauro?

Figlio di genitori divorziati, Enrico Di Lauro ha scoperto la sua passione per la musica appena adolescente, imparando a suonare la chitarra da autodidatta e senza pensare di far diventare questa passione un vero e proprio mestiere. Questo punto di vista, però, è cambiato nel momento in cui ha abbandonato gli studi di scuola alberghiera, volendo intraprendere la vita dell'artista di strada con la sua chitarra e chissà quante volte, magari, si è avuto modo di ascoltare questo ragazzo per le strade di Milano. La sua esperienza di vita lo ha portato ad essere un po' chiuso e verosimilmente scontroso, come gli è stato fatto notare alle audizioni dopo aver eseguito splendidamente Thinking Out Loud di Ed Sheeran. Tuttavia, grazie al suo talento genuino è riuscito ad arrivare ai Bootcamp e agli Home Visit di Berlino conquistando Malika Ayane, che lo ha voluto nella sua squadra e lo ha portato ai Live. Proprio in merito al rapporto con la sua mentore, Enrico ci dice "mi è sempre sembrata aperta, genuina, disponibile nelle spiegazioni, quindi direi che abbiamo instaurato un buon rapporto".

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X-Factor 13: una scena della seconda puntata

La gara e l'eliminazione inaspettata

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X-Factor 13: una scena della seconda puntata

Per il ventiduenne milanese, quella di ieri è stata una vera lotta: dopo aver realizzato Cieli Immensi di Patty Pravo, la sua esibizione è stata oggetto di qualche critica, da parte di Samuel e, soprattutto, da parte di Sfera Ebbasta che lo ha esortato a "tirar fuori le palle". Il giovane cantautore, a detta sua, non sa ancora come considerare la critica del rapper italiano: "Non so come valutarla questa critica, per capirla bene avrei dovuto parlare con lui per capire cosa intendeva. Diciamo che la tengo lì di fianco al comodino, in testa e magari, un giorno, la ritiro fuori". Con tutta probabilità, Sfera Ebbasta si stava riferendo al suo carattere un po' chiuso e schivo, che forse ha un po' penalizzato le sue esibizioni, anche se Enrico Di Lauro ci tiene ad essere se stesso: "Beh, sicuramente chi ha un carattere più aperto ha più porte aperte, però no, non penso mi abbia penalizzato perché sono io, quindi al massimo io mi sono penalizzato per essere me stesso, quindi no, non lo penso".

L'esperienza a X-Factor 13 e la sua visione del futuro

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X-Factor 13: una scena della seconda puntata

Nonostante l'eliminazione a X-Factor 13, il percorso di Enrico Di Lauro è stato pieno di belle esperienze - anche se ha ammesso di non aver vissuto proprio bene la prima settimana al loft per il fatto di non poter avere dei propri spazi. Come Enrico ci ha confidato, la sua è stata un'esperienza che ha smussato alcuni lati del suo carattere: "A casa mi porto il ricordo di essere stato qui e le piccole cose che ho imparato. Forse ad avere un po' più di pazienza, a sorridere di più, ad aprirmi di più parlando, a tirar fuori un po' più di me". E se gli si chiede cosa cambierebbe se potesse tornare indietro nel tempo, "Forse se avessi potuto scegliere io le canzoni da esibire e gli arrangiamenti della base sarebbe potuta andare in modo diverso, ma è un grande forse questo. Comunque mi va bene che sia andata così". Dopo questa avventura, in cui vedrebbe molto bene alla finale i Seawards che Enrico sente a lui più affini per melodia, genere musicale e per come viene suonata la chitarra, il giovane milanese - che non sa se tornerà a cantare per le strade del capoluogo lombardo - ha diverse idee chiare circa quale strada prendere: "Sicuramente fare musica, scrivere canzoni, cosa che comunque già faccio... far sentire le mie canzoni alla gente, questo è il mio sogno". Ma prima di buttarsi capofitto in questi impegni, una passeggiata al parco per prendere un po' d'aria se la merita tutta.