Without Blood, recensione: il valore della vendetta secondo Angelina Jolie

Nonostante una certa ripetitività e un certo classicismo, siamo rimasti sorpresi dal film tratto da Senza sangue di Alessandro Baricco. Presentato al Torino Film Festival.

Salma Hayek in Without Blood

Decisamente ondivaga, ma comunque mossa da una certa passionalità, la filmografia da regista di Angelina Jolie. Per la sua sesta direzione, come avvenuto in precedenza (da Unbroken a Per primo hanno ucciso mio padre), l'attrice torna a cimentarsi con un adattamento letterario, traducendo sul grande schermo le cinquanta pagine di Senza sangue di Alessandro Baricco (che ne ha lodato più volte il risultato, "riconoscendo i personaggi che aveva creato").

Without Blood Angelina Jolie Foto Set Ph Credits Stefano C Montesi
Angelina Jolie e Alfredo Herrera sul set

Presentato (e accolto tiepidamente) al Festival di Toronto, e poi passato anche al Torino Film Festival (accorciato di ben dieci minuti), Without Blood potrebbe essere definito una sorta di revenge movie dialettico. Appunto, come vuole il titolo, un film di vendetta asciugato dall'elemento sanguinolento, affidando invece la violenza alle parole della protagonista. Un film solo all'apparenza immobile, in quanto è invece mosso da uno spirito ben determinato, e puntellato secondo una sua logica scenica (che ci sentiamo di apprezzare, nonostante tutto).

Without Blood, la vendetta senza sangue di Angelia Jolie

Without Blood Salma Hayek Ph Credits Stefano C Montesi
Salma Hayek è Nina

Sia per chi ha letto il libro di Baricco (l'adattamento è firmato dalla stessa Jolie), sia per chi, invece, non conosce le pagine, partiamo col dire che Without Blood è raccontato su due piani temporali diversi, sfruttando i flashback come raccordo. All'inizio del film (probabilmente la parte migliore, tesa al punto giusto) tre uomini armati, in cerca di vendetta, uccidono Manuel Roca (Alfredo Herrera) e suo figlio. Poco prima, l'uomo, ha nascosto la figlia più piccola, Nina, in una botola. Tito, il più giovane degli assassini, la trova, decidendo però di risparmiarla. Decenni dopo, Nina (con il volto di Salma Hayek), ha cambiato nome ma non ha mai smesso di cercare quel ragazzo ormai diventato uomo (Demian Bichir). Quando lo troverà, i due inizieranno un lungo racconto a viso aperto, ricucendo un passato sospeso in attesa di essere definitivamente giudicato.

Angelina Jolie e il suo Without Blood: "Uno studio dell'umanità. Non per dare risposte, ma per porre quesiti"

Un film dal fascino indecifrabile

Without Blood Scena Ph Credits Stefano C Montesi
Demian Bichir in Senza sangue

La camera da presa di Angelina Jolie non si stacca quasi mai dai primi piani di Salma Hayek e Demian Bichir. Manca spazio, manca aria, manca quel movimento invece affidato solo ai ricordi, estrapolati da un racconto lungo e drammatico, e di conseguenza affidato alle parole di due personaggi che, in modo probabilmente didascalico, sottolineano gli effetti della guerra (ormai finita) sulle persone (guerra ipotetica, e archetipa, senza riferimenti storici). Peculiarità, infatti, che il contesto di Senza sangue non appartenga a nessun luogo geografico preciso (potremmo essere in Messico, oppure in Spagna, ma è comunque stato girato in Italia, tra Roma e la Puglia). Un non-luogo e, se vogliamo, un non-tempo. Scelta narrativa che incuriosisce, e perché no affascina anche (al netto di una messa in scena fuori tempo massimo). Del resto, c'è qualcosa di indecifrabile in Without Blood da renderlo efficace, anche rispetto alla sua linearità e ai suoi pochi guizzi stilistici.

Without Blood Salma Hayek Scena Ph Credits Stefano C Montesi
Una scena del film

Verboso e concitato, a volte affannato nei temi che affronta (appunto, le cicatrici della guerra, e gli uomini "costretti a diventare bestie"), la pellicola ha comunque una sua valenza cinematografica. Una valenza che ritroviamo, inaspettatamente, nello sguardo e nella struttura, allungandosi poi a quei flashback che vanno a riempire un vuoto e una faticosa ripetitività che anticipa un finale solo accennato e non ben compiuto. Tuttavia, la snellezza (appena ottanta minuti, dopo averlo rimontato) unita ad un'oggettiva adiacenza narrativa, rendono Without Blood una visione a senso alternato, che riflette, con forza, sulla vendetta come valore e non come cieco scopo.

Conclusioni

Spesso ripetitivo, probabilmente anti-cinematografico, e riempito da una colonna sonora mai silente. Nonostante tutto, Without Blood di Angelina Jolie suggerisce un certo fascino, riflettendo sul concetto di vendetta, perdono, redenzione. Un dialogo continuo, che regge anche grazie alla durata snella, direttamente tratto dal romanzo di Alessandro Barrico.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
N/D

Perché ci piace

  • C'è una certa efficacia narrativa.
  • I dialoghi reggono.
  • La sequenza iniziale.

Cosa non va

  • La continua colonna sonora.
  • A volte anti-cinematografico.
  • Spesso ripetitivo.