Allo scoprire che su Netflix sarebbe arrivato un film sceneggiato, tra gli altri, dallo stesso autore del copione di Seven, i nostri sensi di ragno da amanti del thriller si sono velocemente attivati. Dal poco che si poteva dedurre dalla trama - una coppia di super ricchi viene presa in ostaggio da un uomo misterioso in una villa isolata - eravamo pronti ad un film tutto colpi di scena ed emozioni. Come vedremo in questa recensione di Windfall, però, il film diretto da Charlie McDowell è qualcosa di completamente diverso da quello che ci aspettavamo: la tensione - anche grazie ad alcune scelte musicali e di regia ben azzeccate - viene mantenuta sempre molto alta, ma ci troviamo di fronte ad una critica sociale che più che agli elementi tipici del thriller per colpire lo spettatore si affida ai dialoghi tra i protagonisti - ci ha ricordato infatti spesso una piece teatrale - e al carisma dei suoi interpreti. Tra di loro - Lily Collins, Jesse Plemons e Jason Segel - spicca senza dubbio Plemons, nella parte di un facoltoso imprenditore, borioso ed egoriferito. La storia colpisce, sopratutto in certi momenti, ma spesso alcune sequenze risultano fin troppo lunghe e "trascinate", con il risultato di non riuscire a mantenere sempre alto il livello di coinvolgimento di chi guarda.
Forzata convivenza e imprevisti
Il film si apre con un uomo, interpretato da Jason Segel, che vaga per una villa lussuosa ma deserta, circondata da un vasto aranceto e da una natura rigogliosa ma selvaggia. Presto ci accorgiamo che la grande dimora non è la sua, passando da una stanza all'altra infatti l'uomo, oltre a trovare una pistola, ruba gioielli e denaro. All'arrivo improvviso dei proprietari (Lily Collins e Jesse Plemons), i suoi piani vengono stravolti: i due non avrebbero dovuto essere lì e lui avrebbe voluto lasciare la casa senza problemi e scompiglio. Una volta scoperto, però, deve cercare di sfruttare la situazione a suo favore, guadagnandoci qualcosa in più di quello che era riuscito ad arraffare e facendo sì che marito e moglie non possano denunciarlo alle autorità.
I tre personaggi saranno così costretti a due giorni di forzata convivenza, aspettando che una somma di denaro (richiesta in fretta e furia dal ricco imprenditore per placare il rapitore) gli venga recapitata. Gli imprevisti non mancheranno, i proprietari dimostreranno, oltre a numerosi lati oscuri, di non essere legati da un legame poi così solido come inizialmente poteva sembrare, e il rapitore si rivelerà molto più "umano" di come avremmo potuto immaginare.
Lo scontro sociale
Il tema centrale di questo film, come vi anticipavamo, è la drammatizzazione dello scontro tra classi, una questione che ancora oggi ha un peso particolare nella nostra società: da una parte troviamo la coppia - la moglie e il CEO (come sono indicati nei titoli) -, rappresentanti appunto dell'élite bianca e ricca, dall'altra l'uomo misterioso, di cui non conosciamo né il nome né il passato (sappiamo solo che è infelice, e che invidia la ricchezza degli altri), e un altro personaggio, che resterà molto brevemente in scena e che si colloca sul gradino più basso della scala sociale (oltre che povero, infatti, non è bianco, e farà - proprio per questo - la fine peggiore tra tutti). La prospettiva dominante nel film di Charlie McDowell è quindi quella dei ricchi, di marito e moglie, di loro ci vengono infatti date più informazioni, scopriamo qualcosa in più del loro passato. I membri dell'altra classe, i poveri, i non-bianchi, sono invece personaggi di cui sappiamo poco o nulla. Forse proprio perché non c'è interesse da parte di chi sta più in alto di scoprire qualcosa in più su di loro, di mostrare un diverso tipo di empatia. C'è possibilità di cambiamento nel mondo messo in scena da McDowell? Purtroppo no, infatti chi può modificare in meglio la propria situazione di partenza è solo chi già si trova in una condizione di privilegio. Che si tratti di una critica al falso mito della meritocrazia statunitense? Questo è quello che Windfall sembra volerci trasmettere, soprattutto se ci soffermiamo su un momento particolare del film, in cui il personaggio di Plemons si lascia andare ad una (ridicola) arringa su quanto sia difficile essere un uomo ricco e bianco nel mondo di oggi.
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Tre protagonisti
Dei tre protagonisti quello la cui interpretazione colpisce di più è certamente Jesse Pleamons, capace di trasmettere la sua condizione di superiorità non solo con quello che dice ma anche nei movimenti, nei gesti. È evidente come si tratti di una persona abituata a comandare, ad avere ragione, ad imporsi. Al contrario Lily Collins interpreta il suo personaggio regalandole riservatezza, insicurezza, timore - ponendosi così all'opposto di quello che è suo marito -, ma anche un diverso tipo di meschinità e furbizia. Jeson Segel, infine, risulta convincente anche rimanendo volutamente in secondo piano, evidenziando quando possibile l'umanità di un personaggio che più che carnefice è rappresentato come una vittima della situazione.
Detto questo, comunque, Windfall potrebbe deludere un pubblico alla ricerca di un altro tipo di thriller, di quelli che scatenano emozioni forti e mantengono un diverso genere di tensione. I dialoghi non sono sempre così brillanti da trascinare lo spettatore nella storia, la cui attenzione potrebbe vacillare in alcuni punti. Insomma, Windfall è un film di base interessante, che si sofferma su tematiche importanti, ma che mostra evidenti problemi di ritmo e che non riesce coinvolgere chi guarda quanto vorrebbe.
Conclusioni
Concludiamo questa recensione di Windfell sottolineando come si tratti di una storia interessante, che esplora tematiche importati, e con tre interpreti molto convincenti, in particolare Jesse Plemons. Potrebbe scontentare però un pubblico alla ricerca di emozioni forti e di colpi di scena.
Perché ci piace
- La storia è incentrata sullo scontro tra classi sociali ed esplora tematiche interessanti.
- I tre protagonisti, in particolare Jesse Plemons, sono molto convincenti.
Cosa non va
- I dialoghi non sono sempre così brillanti da trascinare lo spettatore, che a volte potrebbe non venir particolarmente coinvolto da quello che accade.
- Lo spettatore che cerca un thriller fatto di emozioni forte potrebbe restare deluso.