Wanted: Carlos Ghosn, la recensione: il bene nel falso nella docu-serie di Apple TV+

La recensione di Wanted: Carlos Ghosn, prima immersione di Apple TV+ nel campo della docu-serie di indagini dove a essere narrata è la folle storia del delegato amministrativo di Renault e Nissan, fuggito in Libano dalla prigionia giapponese.

Wanted: Carlos Ghosn, la recensione: il bene nel falso nella docu-serie di Apple TV+

Vi sono storie che trascendono il surreale; storie che sembrano prendere vita dalle pagine di un romanzo thriller, per poi rivelare con sorpresa degli astanti la loro natura reale, ancorata a un carattere biografico che pare impossibile. Quello di Carlos Ghosn, delegato amministrativo di Renault e Nissan, forse non è un nome noto al grande pubblico, eppure la sua ascesa al potere, il suo passato oscuro, e la sua fuga dalla prigionia giapponese, appare intinta di quello stesso inchiostro da cui trae linfa vitale il cinema d'azione.

Una vicenda troppo assurda per non diventare materiale succoso da cui trarre un prodotto seriale, e cosi, come sottolineeremo in questa recensione di Wanted: Carlos Ghosn, Apple TV+ fa l'ultimo salto di qualità inserendo nel suo catalogo una docu-serie che abbraccia il biopic e il crime, la finanza e la violenza di certi carceri giapponesi. Sostenuto da quell'attenzione maniacale alla resa visiva e all'ottimo comparto tecnico che tanto caratterizza l'intera produzione Apple, Wanted: Carlos Ghosn assimila tutta l'essenza imprevedibile e pseudo-romanzesca di una vicenda realmente accaduta, per restituirla in formato seriale grazie a un montaggio dinamico, e un'impostazione cinematografica, con l'obiettivo di immergere il proprio spettatore all'interno di una storia inafferrabile, dove la hybris personale di un ego ambizioso, si mescola ai risentimenti di intere nazioni, e di vendette aziendali.

Wanted: Carlos Ghosn - la trama

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Wanted: Carlos Ghosn - una scena della docu-serie

Ispirata all'acclamato libro "Boundless", dei giornalisti del Wall Street Journal Nick Kostov e Sean McLain, la serie in quattro parti di Apple TV+ racconta l'avvincente storia dell'amministratore delegato, diventato fuggitivo, Carlos Ghosn e della sua inarrestabile scalata ai vertici aziendali, del suo scioccante arresto e della sua incredibile fuga che ha stupito il mondo intero. L'opera offre un focus approfondito di tutti i protagonisti della saga, tra cui Mike Taylor, l'ex berretto verde che ha orchestrato la fuga di Ghosn, e l'uomo al centro di tutto - Carlos Ghosn - che, per la prima volta, racconta la sua versione di questa storia, dall'inizio alla fine.

Il precario equilibrio tra vittima e carnefice

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Wanted: Carlos Ghosn - una scena della docu-serie

È un canto che ti ammalia, una voce che ti immerge tra gli spazi di una storia tanto complessa, quanto intrigante, Wanted: Carlos Ghosn. Suddivisa in quattro episodi, la prerogativa primaria di una serie che narri obiettivamente un tale evento, viene ripiegata su una forza ancor più potente, ossia quella di accompagnare lo spettatore lungo un sentiero di verità sconvolgenti, per poi ribaltare ancora una volta la portata di quanto detto, e mostrato, per innestare in esso nuovi dubbi, nuovi indizi che capovolgono ulteriormente la situazione. E così, la vittima diventa il carnefice, per poi tornare a rivestire i panni dell'innocente, e alla fine risultare il villain machiavellico della storia. Nessuno si salva nel gioco labirintico e narcisistico di Ghosn, se non Ghosn stesso. Manipolatore e burattinaio, l'uomo è riuscito a occupare i posti più alti nelle gerarchie automobilistiche, sottraendo fondi, sfruttandone i prestigi, per poi riuscire a scappare dalla prigionia giapponese con un escamotage à la Mission Impossibile e vivere così felice in un Libano disperato.

Il ribaltamento delle verità nascoste

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Wanted: Carlos Ghosn - una scena della docu-serie

Il regista James Jones (già autore di altre docu-serie come Chernobyl: The lost tapes) coglie perfettamente l'essenza antitetica e dicotomica della personalità di Carlos Ghosn, grazie a un montaggio dinamico, e una narrazione imprevedibile, perché pronta a mescolare le carte in tavola, sostituendo la natura etica dei personaggi sullo schermo. Uno scambio di ruoli che il regista compie sfruttando appieno la potenza delle testimonianze dirette di coloro che hanno aiutato, più o meno consciamente, l'ascesa di Ghosn al banchetto dei potenti (si pensi a Mike Taylor, l'ex berretto verde che ha orchestrato la fuga di Ghosn), o di chi ha cercato di fermare la sua corsa al successo, con strumenti non sempre moralmente accettabili. Ciò che ne consegue è un labirinto professionale e personale in cui lo spettatore non rischia mai di perdersi, grazie a una bussola narrativa che lo accompagna lungo questo tortuoso e imprevedibile percorso.

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Voglia di raccontare, tempo che stringe

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Wanted: Carlos Ghosn - una scena della docu-serie

Se nella sua complessità intrinseca, fatta di eventi inaspettati e sorprendenti, Wanted: Carlos Ghosn riesce comunque a tenere alta l'attenzione dello spettatore, al contempo pecca di impulsività, disseminando all'interno del racconto numerose lacune nozionistiche che rischiano di lasciare perplesso il proprio pubblico. Toccando argomenti quali "riciclaggio di denaro" e altre tematiche di carattere finanziario, molti spettatori si troveranno disarmati dinnanzi alla forza di tecnicismi e terminologie qui impiegate e poco esplicate. Gli stessi precedenti famigliari che hanno intaccato negativamente il passato di Ghosn vengono sfiorati, toccati leggermente, senza alcuna volontà di approfondimento. Sono tutte mini-lacune, queste, che nel piccolo spazio di visione all'interno di un singolo episodio non causano molto fastidio, ma che una volta estese all'interiorizzazione del prodotto da parte dello spettatore, giocano un ruolo essenziale nella formulazione personale da parte circa l'eventuale innocenza o colpevolezza di Carlos Ghosn.

La soddisfazione dello sguardo spettatoriale

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Wanted: Carlos Ghosn - una scena della docu-serie

Cederà pure sotto il peso di un racconto complesso e quasi incredibile, Wanted: Carlos Ghosn, ma dove la docu-serie diretta da Jones trae la propria matrice di forza è soprattutto in un comparto visivo di qualità elevata. La fotografia riesce a enfatizzare quel senso di profonda ambiguità che vive all'ombra degli eventi narrati grazie a un sapiente gioco di buio e luci. Lo stesso montaggio si avvale di continui salti temporali dove sprazzi di testimonianze vengono anticipati, ripetuti, o posticipati, ammiccando a una destabilizzazione interna di una personalità perennemente inafferrabile come quella di Ghosn.

Tecnicamente ineccepibile, manca ancora nella serialità di indagine di Apple TV+ quel cuore pulsante che lascia sospesi, e con lo stomaco chiuso, che tanto batte forte nelle produzioni firmate Netflix. Se il risultato è però Wanted: Carlos Ghosn è possibile affermare che la strada per un miglioramento sarà tutta in discesa.

Conclusioni

Concludiamo questa recensione di Wanted: Carlos Ghosn sottolineando come il primo tentativo di Apple TV+ di mettersi in gioco con il campo delle docu-serie di indagini si riveli riuscito in buona parte con risultati che fanno ben sperare per il futuro. Forte di una storia di per sé assurda e ai confini della letteratura d'azione, la docu-serie in quattro puntate diretta da James Jones si avvale di un comparto visivo di alta qualità e di un montaggio dinamico. Peccato per certe lacune nozionistiche che rischiano di insidiare qualche dubbio e confusione nello spettatore, soprattutto nei delicati passaggi di tematica finanziaria e giudiziaria.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
N/D

Perché ci piace

  • La portata assurda della storia.
  • La fotografia, capace di esaltare il carattere sfuggente di Carlos Ghosn.
  • Il montaggio, fatto di salti temporali e di una dinamicità coinvolgente.
  • L'uso di testimonianze dirette da parte dei diretti interessati, Ghosn compreso.

Cosa non va

  • La presenza di certe lacune nozionistiche circa alcune tematiche, o di alcuni eventi legati al passato dei protagonisti.
  • L'inserimento di troppe scene ricreate sul set.