Wake Up Dead Man, intervista a Rian Johnson: "Il vero mistero di Knives Out è la società"

Il terzo capitolo della saga del detective Benoit Blanc interpretato da Daniel Craig è il migliore e il più politico: il regista ci parla di come si debba diffidare di chi ha il culto della personalità.

Rian Johnson è il regista di Wake Up Dead Man - Knives Out

Nel 2019 Rian Johnson ha stupito tutti con Cena con delitto - Knives Out. Da lui anche ideato e scritto, il film ha colto in pieno la nuova ondata di passione per il genere murder mystery. Gli ingredienti segreti del successo sono due: una scrittura brillante, che unisce con equilibrio perfetto dramma e commedia, e un cast di attori di prima grandezza. Netflix non si è fatta scappare l'affare: a marzo 2021 sono stati annunciati due sequel, trasformando così le avventure del detective Benoit Blanc (un Daniel Craig irresistibile) in una trilogia. Dopo Glass Onion: Knives Out (2022), ecco in streaming Wake Up Dead Man - Knives Out.

Wake Up Dead Man Daniel Craig Josh Oconnor
Josh O'Connor e Daniel Craig

E questa volta cambia un po' tutto: quasi fosse lo squalo di Spielberg, o uno dei protagonisti di Hitchcock, Benoit appare a film ampiamente iniziato. A farci da guida in questa storia intricata, che unisce religione e social media, è infatti il reverendo Jud Duplenticy interpretato da Josh O' Connor (sempre più bravo). Accusato di aver ucciso il monsignor Jefferson Wicks (Josh Brolin), tenta di tutto per scoprire la verità.

Come se questi tre attori già non formassero un insieme formidabile, a loro si aggiunge un'infinità di talenti: Glenn Close, Andrew Scott, Cailee Spaeny, Jeffrey Wright, Thomas Haden Church, Daryl McCormack, Kerry Washington, Jeremy Renner e Mila Kunis. Nella nostra intervista il regista Rian Johnson ci spiega perché dovremmo diffidare di chi mette davanti a tutto il culto della propria personalità. Soprattutto se ricopre un ruolo importante come quello di un prete (o di un politico).

Wake Up Dead Man - Knives Out: intervista a Rian Johnson

Tra il giovane reverendo Jude e il monsignor Wicks c'è immediatamente antipatia. Il primo infatti non condivide il modo in cui il secondo si rivolge ai fedeli, che, secondo lui, rende intenzionalmente arrabbiati e spaventati. Che il regista di Wake Up Dead Man - Knives Out stia usando la religione per parlare in realtà di altro?

Rian Johnson: "Tutti dobbiamo lavorare su noi stessi per migliorare e non ascoltare le persone che vogliono farci arrabbiare e spaventare. Penso che, in questo momento, sia una componente importante della società in tanti aspetti diversi. Punto il dito anche verso me stesso: sono colpevole come chiunque altro di essere seduto col mio telefono, nel mio piccolo mondo, ad arrabbiarmi per le cose che mi mostra perché sa che mi arrabbierò vedendole e sa che continuerò a scorrere e cliccare. Penso sia una malattia e purtroppo è una malattia che alcune persone hanno anche imparato a usare come mezzo molto potente per ottenere e mantenere il potere. Quindi penso che sia un grosso problema. Ovviamente va oltre l'ambito di un un film d'intrattenimento murder mystery. Ma questi film cercano sempre di intrattenerti parlando di cosa sta succedendo nel mondo. E in questo momento questa è una cosa che accade parecchio".

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Tutto è narrazione

Benoit Blanc ci ha abituato alle sue frasi a effetto. In questo terzo capitolo dice che "tutto è narrazione, perfino la religione". Oggi è ancora più vero, visto che ognuno di noi può crearsi un proprio storytelling grazie ai social. E in un mondo in cui tutto è sempre più narrato, un vero narratore come Rian Johnson crede ancora nel potere delle storie?

Knives Out 3 Nuova Foto
Una scena di Wake Up Dead Man

Il regista e sceneggiatore: "A volte è difficile, perché, in qualche modo, ci sono diversi livelli. Quando si parla di notizie e storytelling c'è anche il tipo di narrazione che ovviamente sta cercando di indurre in errore per un certo scopo. E questo accade non solo attraverso le notizie, ma anche tramite aspetti diversi della vita. Ma penso anche che la narrazione, e questo è qualcosa a cui arriva anche il film, non sia necessariamente una storia bugiarda. Il miglior storytelling è la narrazione che in realtà si connette con noi cercando di arrivare alla verità. Dovrebbe essere il nostro scopo: che sia un film o semplicemente vivere le nostre vite. Che di per sé è una forma di narrazione: quando vivi la tua vita e prendi tutte queste informazioni grezze dal mondo, le racconti filtrandole attraverso la tua storia e la ripeti a te stesso in un modo che abbia senso. Questo è vivere. Ed è anche storytelling. Penso che farlo in un modo che cerchi davvero la verità sia il nostro lavoro".

I riferimenti a Il Signore degli Anelli

Josh O Connor And Josh Brolin In Wake Up Dead Man A Knives Out Mystery
Josh O'Connor e Josh Brolin

In Wake Up Dead Man ci sono tanti riferimenti a Il Signore degli Anelli. Vengono pronunciate le battute iconiche "tu non puoi passare" e "il mio tesoro". Non è un caso: "Sono cresciuto leggendolo: è una cosa che fa parte di me. Ma anche perché, quando Wicks, che è interpretato da Josh Brolin, sta facendo il suo sermone e dice: tu non puoi passare, in realtà penso che sia un bel problema che un uomo di fede come lui si stia ergendo come una sorta di figura guerriera che combatte contro il male. Per me è espressione di come Wicks vede se stesso. Ma quella frase c'è anche perché ho letto Il Signore degli Anelli quando ero troppo giovane ed è incorporato nella mia psiche: è difficile che non lo faccia uscire in modo naturale".

Il culto della personalità è un campanello d'allarme

Wake Up Dead Man A Knives Out Mystey Josh Brolin
Josh Brolin in Wake Up Dead Man

Più che come un prete, Wicks si comporta come un guru. E in effetti c'è anche chi posta i suoi sermoni sui social, venerandone il carisma. Avere il culto della personalità è qualcosa che dovrebbe metterci in allarme? Per il regista assolutamente sì: "Penso che si debba sempre, sempre temere le persone che hanno il culto della personalità. Perché viene usato così spesso in cattiva fede. E, soprattutto oggi, molti dei problemi che abbiamo penso derivino proprio dalle persone che sono arrivate al potere usando un culto della personalità per fini negativi. Quindi, per quanto mi riguarda, dico sempre di fare tre passi indietro e di essere sospettosi se la frase culto della personalità può essere applicata a un leader".