Senza esagerare, l'ultimo capitolo della saga di Knives Out è il migliore della trilogia. Wake Up Dead Man, su Netflix, ha infatti trovato l'equilibrio perfetto tra intrattenimento e commento sociale. Raccontando la storia di un giovane prete, il reverendo Jud Duplenticy (Josh O'Connor), che viene accusato dell'omicidio di un altro uomo di fede, monsignor Jefferson Wicks (Josh Brolin), Rian Johnson in realtà ci sta dicendo tante cose sulla società di oggi.
Si parla infatti di che qualità debba aver un leader (religioso in questo caso, ma è evidente il collegamento con la politica), del ruolo dei social nella costruzione di narrazioni false e di come tendenzialmente le persone si facciano abbindolare da chi ha una personalità forte.
Per scoprire la verità viene chiamato anche questa volta il detective Benoit Blanc (Daniel Craig), che deve vedersela con una nutrita congrega di fedeli. Tra loro ci sono anche Simone Vivane, ex violoncellista che ha perso l'uso delle gambe, e Cy Draven, aspirante politico che venerà monsignor Wicks in quanto figura carismatica. A interpretarli sono i sempre più bravi Cailee Spaeny e Daryl McCormack: nella nostra intervista ci raccontano com'è stato lavorare su questo set pieno di talento.
Wake Up Dead Man - Knives Out: intervista a Cailee Spaney e Daryl McCormack
Nelle prime scene di Wake Up Dead Man - Knives Out scopriamo che padre Jude in passato è stato un pugile. Sa di essere un combattente per natura. Anche gli attori lo sono?
Cailee Spaney: "Io sono assolutamente una persona che ama". Daryl McCormack invece: "Il campo in cui tiro fuori lo spirito da combattente è lo sport. Mi sale la competizione".
Bisogna combattere però quando, come dice padre Jude, c'è chi vuole mantenerci nella rabbia e nella paura? Per l'attrice: "Sì. Penso che questo oggi abbia molto a che fare con internet. Le persone scrivono di tutto rifugiandosi dietro a un account Instagram. Non pensano davvero che dietro uno schermo ci sia una persona. Questo invece è un film davvero sentito: è una storia sulla grazia. C'è così tanto di Rian in questo film. Ha accettato una grande sfida esplorando temi e idee importanti, pur essendo questo anche un divertente murder mystery. Quindi penso che Wake Up Dead Man sia un buon antidoto a tutto questo".
Lo storytelling e la comprensione del mondo
Nel film Benoit Blanc dice che tutto è storytelling, perfino la religione. Da attori, dato che la loro professione è analizzare storie, in qualche modo si riesce a leggere meglio il mondo? Daryl McCormack non ne è così convinto: "In realtà come attore ti viene dato un punto di vista specifico di una storia. Ovviamente un racconto è composto da tante parti, ma sento che come interprete mi concentro solo su un aspetto specifico. Penso che il nostro lavoro sia tirare fuori emozioni da queste storie e renderle accessibili su uno schermo, trovando l'umanità dei personaggi. Non credo che per noi attori le cose siano più chiare rispetto alle altre persone".
Gli attori e il culto della personalità: un pericolo?
Tra le tante cose di monsignor Wick che non piacciono a padre Jude c'è il culto della personalità che i suoi fedeli hanno per lui. Quando si tiene troppo al culto della propria persona è un campanello d'allarme? E da attori, visto che si lavora con la propria immagine, è un'insidia più forte? Per Cailee Spaeny: "Penso che dovremmo diffidare di tutte quelle persone che si comportano così. Ogni volta che mettiamo qualcuno su un piedistallo, o pensiamo che una persona abbia una sorta di potere, o intuizioni che altre persone non hanno, tutti abbiamo bisogno di capire che siamo esseri umani. E che tutti facciamo errori".
Per Daryl McCormack invece: "Penso che la cosa fantastica di questo film sia che Rian, oltre a mettere in scena l'indagine, racconti come tutti abbiamo bisogno della grazia e del perdono a volte. E di amore. Questo è il cuore del film. Una delle mie scene preferite è quando il personaggio di Glenn Close lotta con se stessa per perdonare una persona legata alla sua infanzia. Si è aggrappata a questa mancanza di perdono nel suo cuore nella parte recente della sua vita e vedere quel momento nel film in cui finalmente si permette di perdonare qualcuno del suo passato per me è uno dei momenti più emotivi del film".