Voir, la recensione: il documentario Netflix mostra i meccanismi del cinema

La recensione di Voir, documentario disponibile su Netflix che, attraverso sei brevi episodi, indaga i meccanismi del cinema e la sua fascinazione nei confronti degli spettatori.

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Voir: una scena della docuserie

Che cos'è il cinema? Domanda, questa, che i maggiori studiosi della settima arte non smettono di porsi, dandone una definizione diversa per ogni occasione. Perché, si sa, il cinema si può spiegare in molti modi: tecnica, grammatica, teoria, storia. Come vedremo nella nostra recensione di Voir, serie di sei brevi episodi disponibile su Netflix e prodotta da David Fincher, l'approccio qui utilizzato è dal punto di vista di critici e, soprattutto, fruitori. La domanda di partenza, quindi, diventa un'altra: perché ci affascina il cinema? Sei personalità, tra critici, animatori e cinefili porteranno lo spettatore a conoscere i meccanismi della settima arte, sia dal punto di vista tecnico che puramente emotivo. I sei brevi video-saggi, con una durata complessiva di circa due ore, tra analisi pure, spiegazioni tecniche o memorie sul viale dei ricordi mostrano luci e ombre.

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Storie di spettatori

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Voir: una scena della docuserie

La sigla di Voir è una piccola poesia per immagini. L'iride di un occhio su cui vengono riflessi alcuni dei momenti più celebri del cinema. L'azione dell'osservare e del vedere (questa la traduzione del titolo francese della serie) sta alla base dei discorsi che le sei puntate affronteranno. Si comincia dal racconto di Sasha Stone, che ripercorre quell'estate del 1975 in cui uscì Lo Squalo e che cambiò per sempre l'industria cinematografica hollywoodiana, dando vita al blockbuster estivo. Si tratta dell'episodio più personale ed emozionante, capace di trasformare un racconto del singolo in una passione che accomuna tutti i cinefili. Un ottimo biglietto di presentazione per una serie che, tra alti e bassi, sembra rivolgersi in misura maggiore a un pubblico di appassionati, che già conoscono gran parte di quello che viene mostrato, rispetto ai neofiti che potrebbero desiderare un'introduzione maggiore (e migliore) sui temi affrontati. Altri tre episodi, più di stampo critico e che analizzano singole tematiche (il fascino delle storie di vendetta, dei protagonisti respingenti e dei temi razziali nei film d'intrattenimento) risultano piacevoli, anche se la sensazione generale è che il tutto rimanga un po' troppo sulla superficie, ponendosi in una via di mezzo che non risulta davvero accogliente per uno spettatore casuale e davvero interessante per il cinefilo incallito.

Animazione e sentimento

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Voir: una scena della docuserie

Vogliamo soffermarci su due episodi particolari, che nella loro dimensione e in quello che offrono descrivono perfettamente pregi e difetti di questa serie (che speriamo possa comunque proseguire con una seconda stagione). Il quarto episodio è raccontato da due giganti dell'animazione, Glen Klean, animatore Disney, e Brenda Chapman, regista di Brave - Ribelle. Attraverso i loro racconti e la loro esperienza, porteranno lo spettatore a scoprire i trucchi del mestiere del cinema d'animazione e le differenze, soprattutto tecniche, tra l'animazione 2D e la CGI. È l'episodio più tecnico del lotto e più accademico, che potrebbe mettere a dura prova lo spettatore poco interessato. Al contrario, il bellissimo episodio narrato da Taylor Ramos sullo scontro tra cinema e televisione è il più centrato e interessante. Forse il motivo risiede non solo in un ottimo senso di storytelling e chiarezza d'esposizione, ma anche nell'utilizzare - finalmente - anche opere recenti come esempi. La sensazione generale, infatti, è che Voir sia fermo ai primi anni Duemila, mancando di quella contemporaneità, soprattutto negli esempi che offre, che potrebbe renderne più facile la comprensione e differenziarsi davvero da altri documentari simili.

Conclusioni

A conclusione della nostra recensione di Voir possiamo dire di aver apprezzato, seppur non allo stesso modo, questi sei brevi videosaggi che tentano di raccontare la fascinazione che il cinema ha nei confronti dello spettatore. Non tutti gli episodi sono interessanti allo stesso modo e permane la sensazione di rifarsi solo ad esempi che non tengono conto della contemporaneità. La vera difficoltà è capire a che pubblico Voir vuole riferirsi: ponendosi in una via di mezzo nei confronti del neofita e del cinefilo, i sei episodi rischiano di scontentare un po’ tutti.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
N/D

Perché ci piace

  • I sei episodi offrono testimonianze e analisi diverse sul cinema.
  • Un paio di videosaggi sono particolarmente emozionanti e riusciti.

Cosa non va

  • Ci si concentra troppo sui “classici” del cinema a scapito della contemporaneità, dando un po’ troppo per scontato.
  • Indeciso tra un pubblico di cinefili o di neofiti, Voir sembra non riuscire a trovare una formula perfetta per accontentare entrambi allo stesso modo.