Recensione Coffee & Cigarettes (2003)

Un film fatto di binomi contrapposti e indissolubili che segue coppie (e più raramente trii) di attori/musicisti attraverso brevissimi sketch surreali ed esilaranti.

Vizi da virtuosi

Bianco e nero, caffè e sigarette, cinema e musica: il nuovo film di Jim Jarmusch è fatto di binomi contrapposti e indissolubili e, non a caso, segue coppie (e più raramente trii) di attori/musicisti attraverso brevissimi sketch surreali ed esilaranti senza alcun apparente filo logico che esuli dall'accoppiata irresistibile e nociva che dà il titolo a questo Coffee & Cigarettes. Dieci episodi per oltre venti personaggi, alcuni inventati, altri già famosi, tutti seduti intorno ad un tavolino con motivo a scacchi, tutti a discutere di tutto e di niente, a cercare di comunicare, sempre con scarsi risultati, con colui/colei che si trova davanti, oltre i fumi del caffè bollente e del tabacco arrotolato.

Un film per pochi cultori del cinema intimista e atipico del regista americano, ma che potrebbe catturare ed affascinare un maggior numero di spettatori grazie alle numerose partecipazioni straordinarie di personaggi del calibro di Roberto Benigni, Bill Murray, Cate Blanchett (in un sorprendente doppio ruolo) e Steve Buscemi che, non a caso, insieme ai due musicisti Tom Waits e Iggy Pop o agli improbabili "cugini" Alfred Molina e Steve Coogan regalano non solo le migliori intepretazioni ma anche i momenti più felici e divertenti. Da segnalare c'è sicuramente anche la inusuale realizzazione del film partita quasi venti anni fa con il cortometraggio (su commissione) in cui è presente Benigni, proseguita nel 1988 con Buscemi e la sua folle storia del gemello cattivo di Elvis Presley e ancora nel 1993 con Waits e Iggy Pop in Somewhere in California, Palma d'Oro a Cannes come miglior cortometraggio.

Più che un film, quindi, una sorta di concept album visivo, che alterna gemme di rara bellezza ed elegante ironia ad episodi meno riusciti ma comunque affascinanti, riuscendo perfettamente a creare un microcosmo folle e surreale, un sottomondo bidimensionale dominato dall'apparente incomunicabilità, che in realtà è solo un omaggio a quello che il regista stesso definisce come il miglior connubio mai esistito, caffè e sigarette.

Movieplayer.it

3.0/5