Vita da gatto, la recensione: il felino è il miglior amico dell’uomo?

La recensione di Vita da gatto: il film di Guillaume Maidatchevsky racconta l'amicizia e la crescita di una bambina e del suo animale domestico, dal 18 aprile al cinema con Plaion Pictures.

Vita da gatto, la recensione: il felino è il miglior amico dell’uomo?

Prima Ailo - Un'avventura tra i ghiacci, poi Kina e Yuk alla scoperta del mondo. e, a Completare il trittico "animali e natura" di Guillaume Maidatchevsky, ecco Vita da gatto, il nuovo film in sala dal 18 aprile distribuito da Plaion Pictures che mette al centro un topos narrativo che va tanto al cinema: l'amicizia tra un umano e un animale. In questo caso una ragazzina pre-adolescente nel periodo più difficile della sua vita, quello della crescita, che va di pari passo con il felino co-protagonista. Una storia di sentimenti, di lotte e di sguardi complici, come spiegheremo nella nostra recensione.

Vita da adolescente

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Vita da gatto: la protagonista Capucine Sainson-Fabresse in un'immagine

Presentato in anteprima nazionale al Giffoni Film Festival 2023, dove ha vinto come miglior film nella sezione Elements +6, Vita da gatto è tratto dal romanzo Rroû, classico francese di Maurice Genevoix che ha incantato intere generazioni, messo in scena tra i caotici tetti parigini e la ruvida campagna francese da Guillaume Maidatchevsky, biologo di formazione, che dopo i precedenti titoli citati più documentaristici questa volta porta sullo schermo un vero e proprio live action familiare, la cui trama è tanto semplice quanto toccante: Clémence (la giovane Capucine Sainson-Fabresse) trova da bambina un gruppo di gattini neonati in soffitta abbandonati dalla madre e ne vuole prendere uno con sé, convinta che sia femmina, chiamandola Rroû. I due crescono così insieme in simbiosi, anche se fin da subito il micio ha l'attitudine a fuggire lontano, forse per cercare la madre. Quando la famiglia si trasferisce nella casa in campagna per le vacanze, l'animale sente ancora più forte il richiamo della natura e a quel punto le strade tra i due potrebbero dividersi per sempre, mentre la ragazzina oramai adolescente deve affrontare il divorzio dei genitori.

Vita da felino

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Vita da gatto: il felino protagonista Rroû

Vita da gatto propone un doppio punto di vista costante nel racconto, con la macchina da presa capace di diventare un tutt'uno tanto con la natura quanto col paesaggio cittadino. L'aspetto che più colpisce è il carattere genuinamente contraddittorio dei gatti espresso attraverso il co-protagonista, in perfetto parallelismo con quanto accade nella vita di Clémence. I loro sguardi, i loro abbracci ci mostrano un rapporto d'amicizia duraturo nel tempo, come se si comprendessero e parlassero una lingua che nessun altro utilizza, soprattutto gli umani. A colorare il romanzo di formazione che vede protagonisti i due amici al centro della storia, c'è la vicina della casa in campagna, solo apparentemente scorbutica e indurita dalla vita contadina, interpretata da una spumeggiante Corinne Masiero, che riesce ad essere meno banale e monocorde di quanto ci si possa aspettare inizialmente, donando un valore aggiunto alla pellicola. È proprio nel confronto del rapporto tra la donna e il suo cane vecchio e poco elegante, chiamato simpaticamente Rambo, che assistiamo al percorso di crescita di Clémence e Rroû.

Vita da amici

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Vita da gatto: Corinne Masiero in una scena del film

I due protagonisti devono affrontare, ognuno nel proprio "regno", le tappe a volte anche traumatiche della crescita, come la separazione dei genitori per la bambina, che lei non riesce ad accettare, e l'incontro con la tenera Câline, una gattina bianca che si aggira nei boschi, per il micio che potrebbe innamorarsi e decidere di mettere su famiglia. Proprio questo richiamo selvaggio alla natura primordiale si frappone nel loro rapporto, ricordando ad entrambi che crescere vuol dire dover prendere decisioni difficili e apparentemente insormontabili e riuscire a scegliere ciò che è meglio per l'altro quando si vuole davvero bene a qualcuno. Una serie di lezioni mai esplicate o spiegate dalla pellicola ma piuttosto raccontate attraverso i sentimenti e gli sguardi dei personaggi grazie alla macchina da presa intima e incisiva di Guillaume Maidatchevsky.

Conclusioni

Chiudiamo la recensione di Vita da gatto testimoniando come si tratti di un’interessante aggiunta nella filmografia di Guillaume Maidatchevsky, che funziona paradossalmente più nella finzione che nel documentario, grazie soprattutto alla forza del rapporto tra i due protagonisti, che si evolve in parallelo, e alla simpatia della vicina di casa, personaggio chiave per la crescita di Clémence.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
3.8/5

Perché ci piace

  • Il doppio punto di vista in questo romanzo di formazione umano e felino.
  • La macchina da presa di Guillaume Maidatchevsky, fatta di sguardi e dettagli.
  • Corinne Masiero e il suo personaggio, oltre la macchietta.

Cosa non va

  • I personaggi dei genitori.
  • Qualche momento meno fluido nella trama.