È stato breve, ma intenso. Violante Placido è passata agli Incontri internazionali del cinema di Sorrento per presentare un cortometraggio, Hand In The Cap, di Adriano Morelli, scritto dall'ispirata penna di Nicola Guaglianone, che tocca un tema molto delicato. Si parla infatti della sessualità delle persone disabili, proprio nel periodo in cui è in discussione una legge che vorrebbe mettere delle operatrici sessuali a disposizione dei ragazzi con disabilità che hanno questa necessità. "Quando mi è stato proposto questo corto sono rimasta un po' spiazzata" ci ha raccontato Violante Placido, che nel film è la madre del ragazzo portatore di handicap. "La storia mi ha destabilizzato, non ero neanche sicura di farlo. Poi questa storia mi ha incuriosito, ha fatto luce su un discorso a cui non avevo magari mai pensato. Mai mi ero posta questo problema: quello che possono vivere le famiglie che crescono un figlio, che comunque ha delle difficoltà ad essere indipendente, nell'affrontare il discorso sessualità. Questo corto è forte, coraggioso, ma anche delicato. Probabilmente guardarlo aiuta di più a capire, a porsi delle domande, rispetto al fatto di semplicemente parlarne. Entra nell'intimità di quello che può vivere una famiglia di fronte a una tematica di questo tipo. È qualcosa che esiste, che a noi risulta invisibile, e che il cinema ha il compito di raccontare". "Su alcuni avrà un effetto respingente. Ma spero che apra una riflessione, un dibattito".
Abbiamo incontrato Violante Placido, una delle attrici più belle del nostro cinema, a margine della presentazione del corto, che è stato girato proprio a Sorrento. Radiosa, con il nuovo taglio di capelli a caschetto, elegante in una camicetta bianca accollata e una lunga gonna nera, colpisce, oltre che per i suoi occhi, per la dolcezza del sorriso, e la gentilezza dei tratti, che poi è quella dei modi.
Disabilità e sessualità: Hand in the Cap, il corto scritto da Nicola Guaglianone
Come si è calata nel ruolo e come ha interagito con il protagonista?
Con il cuore. Una tematica del genere, vissuta da una mamma: l'unico modo per farlo è comprendere il dolore di una mamma di fronte a un figlio a cui la vita ha già levato tanto. E quindi è una mamma, come penso tutte le mamme che vivono una situazione del genere, che vorrebbe vedere il figlio felice, che possa vivere una vita che lo soddisfi, con i bisogni che ha l'essere umano, insiti in sé.
Cosa le è piaciuto della sceneggiatura di Nicola Guaglianone?
Inizialmente mi ha destabilizzato. È una cosa che mi ha fatto stare male per una serie di giorni. Dopo di che mi sono resa conto che è un problema che esiste. E quindi il cinema è fatto anche di questo, raccontare mondi invisibili, storie che noi ignoriamo perché magari viviamo un'altra realtà, ma che fanno parte della vita degli esseri umani. È diventata come una chiamata, e ho deciso di raccontarla questa storia. È una storia che chiude in una maniera che può respingere o destabilizzare, ma porta a una riflessione. Non possiamo giudicare ciò che non viviamo in prima persona. Ma possiamo riflettere, magari avere un'apertura mentale più ampia e domani avere un'apertura mentale più ampia da avere una consapevolezza diversa. E magari aiutare le famiglie ad essere meno sole.
Cambiando completamente tono, quanto si è divertita, in Modalità aereo di Fausto Brizzi, a mettere in scena una donna che rispondeva a tono a un uomo arrogante?
Mi sono divertita molto, avevo voglia di cimentarmi in una commedia vera e propria, con i tempi della commedia. Nel mio percorso di attrice non è qualcosa che ho sperimentato spesso. Mi divertiva anche la figura iconica della hostess. Ed essere una figura femminile che, all'interno di una commedia, sa il fatto suo e sa rispondere.
La carriera americana: Ghost Rider e The American
A qualche anno di distanza, come vede la sua carriera internazionale, che ha visto blockbuster come Ghost Rider: Spirito di vendetta e film d'autore come The American?
Sono state due occasioni meravigliose, e anche molto rare. Sono stata già contenta di aver avuto queste possibilità. Se ce ne fossero altre sarei ancora più contenta.
Cosa ricorda del set di The American, con Anton Corbijn e George Clooney?
Di Anton Corbijn ho amato tantissimo il film Control. È una persona non estremamente loquace, ma sorniona. È simpatico, ha una bellissima energia: ogni tanto ci scriviamo ancora. E poi mi sono trovata in Abruzzo che per me è una sorta di patria adottiva, mi sento adottata da quella regione. La parte di Abruzzo dove abbiamo girato, vicino a Rocca Calascio, è anche molto mistica, con quei boschi meravigliosi. George Clooney è una persona istrionica, divertente, anche molto accogliente. Come attore è stato molto aperto mi è stato molto vicino.
Il nudo, il teatro e il futuro
Che rapporto ha con le scene di nudo?
È qualcosa che ogni volta devo valutare bene. Non è una cosa che faccio in maniera semplice o superficiale, devo valutare il film. Ogni volta è diverso, perché ogni volta il personaggio è diverso, la motivazione per cui ti ritrovi a raccontare la nudità del personaggio ha una ragione diversa. È sempre stato quello che mi ha aiutato a tirarmi fuori da quello che poteva essere un imbarazzo. Quando ti metti al servizio del personaggio e ti fidi e stimi il regista con cui lavori diventa un tutt'uno, è parte dell'espressione artistica che stai rendendo.
In America di recente sono state messe delle regole e ci sono dei coordinatori di intimità che si preoccupano che in quei momenti tutto sia fatto in modo corretto...
Sì, ho letto questa cosa. Ricordo che, quando firmai i primi contratti, in America già c'erano le prime clausole legate alle molestie, anche legate a quella che può essere una molestia verbale, al fatto di parlare con parole che richiamino il sesso. Tutte queste cose già c'erano. Ora c'è in più anche questo. Su un set italiano, proprio per come è la natura di un italiano, un certo modo di scherzare, si potrebbe anche essere portati in tribunale ogni cinque minuti. Ma noi sappiamo quando è uno scherzo o meno. Ma se fossi una molto rigida potrei portare in tribunale qualcuno che magari fa una battuta un po' piaciona...
Quali sono i suoi prossimi progetti?
Sto finendo una bellissima tournee teatrale, Sogno di una notte di mezza estate con Massimiliano Bruno, ho qualcosa legato alla musica, di cui non dico nulla, ma a breve ci sarà qualcosa di bello. E poi vorrei continuare a fare teatro, ho una proposta molto bella..