Recensione Moonshot - L'uomo sulla luna (2008)

Il racconto messo in scena da Dale, più che concentrarsi sulla precisione ed il dettaglio tecnico dell'andamento della missione, cerca di comunicare al pubblico l'emozione derivante dell'imponenza dell'impresa raccontata.

Verso l'infinito e oltre

Il 20 Luglio del 1969 tutto il mondo si è sintonizzato su quello che è stato uno degli eventi più seguiti ed emozionanti della nostra storia contemporanea: l'allunaggio dell'Apollo 11 ed i primi passi di un esponente della nostra specie sul satellite terrestre.
A quarant'anni di distanza, l'evento, il viaggio, la missione e l'impresa dell'equipaggio dell'Apollo 11 sono raccontati e celebrati in Moonshot - L'uomo sulla Luna, una produzione della Dangerous Films distribuita da BBC Worldwide e presentata nella serata d'apertura dell'edizione 2009 del RomaFictionFest con la benedizione di Buzz Aldrin, ospite d'onore del festival romano dedicato al mondo della televisione. Aldrin è uno dei tre celebri astronauti che quaranta anni fa ha compiuto la storica impresa ed uno dei due che ha effettivamente messo piede sul suolo lunare, insieme a Neil Armstrong, contrariamente a Michael Collins, il più sfortunato dei tre, giunto ad un passo dall'agognata meta, ma restato a bordo del veicoli per esigenze di missione.

A raccontarci nuovamente quei momenti in Moonshot, che il pubblico televisivo italiano potrà seguire il 13 Luglio alle 23 su History Channel, è il regista Richard Dale, già messosi alla prova con un altro importante resoconto della storia americana recente, ben più drammatico, in 9/11: The Twin Towers.
Con una struttura non lineare, che alterna fasi del viaggio, tra ricostruzioni in HD e filmati di repertorio dell'epoca, alla storia della preparazione della missione, dall'annuncio di Kennedy dell'intenzione di portare un uomo sulla Luna, alla selezione dell'equipaggio, soffermandosi sulle emozioni ed il rapporto tra i due primi terrestri a calpestare il suolo lunare, mettendo, forse ingiustamente, in secondo piano il terzo membro dell'equipaggio. Tra i tre membri dell'equipaggio dell'Apollo 11, diversi nel temperamento e nelle attitudini, non sono mancati scontri, dovuti anche alla scelta di quello di loro che avrebbe disceso per primo la scaletta del lem per entrare di diretto nella storia e catalizzare su di sè l'attenzione dei media, per la prima volta entrati di prepotenza nella gestione di un evento di tale portata.
A dare il volto ai tre astronauti troviamo Daniel Lepaine (Armostrong), Andrew Lincoln (Collins) e James Masters (Aldrin), il più noto dei tre attori soprattutto in ambito televisivo per aver interpretato il vampiro Spike nelle due serie di Joss Whedon Buffy - L'ammazzavampiri ed Angel.

Il racconto messo in scena da Dale, più che concentrarsi sulla precisione ed il dettaglio tecnico dell'andamento della missione, cerca di comunicare al pubblico l'emozione derivante dell'imponenza dell'impresa raccontata, ma per quanto pulito e ben strutturato, non scava a fondo nelle motivazioni dei protagonisti, nè nei temi interessanti che ne derivano, come il sopra citato impatto mediatico. Inoltre l'atmosfera ben costruita dal regista fino al momento culminante della spedizione dell'Apollo 11, viene parzialmente rovinata da una poco incisiva quanto straniante voce fuori campo che entra in gioco proprio negli ultimi momenti della missione, alterando gli equilibri narrativi del film, dandogli un sapore da documentario che allevia il pathos comunicato allo spettatore.
Appuntamento quindi su History Channel il 13 per un'intera settimana di trasmissioni dedicate all'evento, che insieme a Moonshot prevedono altri film e documentari come Il vero primo uomo nello spazio, All'ombra della Luna, Cani nello spazio e L'era spaziale, in onda ogni sera alle 23 fino al 17 Luglio.

Movieplayer.it

3.0/5